martedì 17 novembre 2015

Cronaca dalla Città Morta

Che Rimini, intesa come città (salvo cioè il Borgo sindacale e l’Iper le Befane) sia morta lo si vede passandoci. Ormai non c’è più nessuno: né residenti, né pur qualche raro cliente per i negozi. Come abbiamo detto qualche giorno fa c’è solo da aspettare marzo per verificarne la chiusura. I più furbi (vedi Armani) se ne sono già andati; tuttavia, in questo quadro desolante, ogni giorno l’amministrazione comunale aggiunge un tassello per rendere questo deserto ancora più deserto. Vuol farne una specie di “città dei morti” come quella egiziana di Al-Qarafa. Le ultime due novità per rendere inaccessibile il Centro sono la demolizione per fare un’inutile pista ciclabile nella via Saffi. Un “lavoro” che va avanti da un mese senza che se ne capisca scopo e termine. Quello nei cartelli (30 novembre) appare assurdo. E’ probabile che a Natale il cantiere sia ancora lì. E così da monte non si arriva più. Ancora più folle nella sua lucidità distruttiva è la completa chiusura di Piazza Malatesta e la soppressione di tutti i parcheggi. La recinzione di molte migliaia di metri quadrati parla nei cartelli di cantiere di “scavi archeologici”. Ma è sufficiente guardare l’importo lavori, di poco più di 150.000 euro, per capire che al massimo si toglierà il selciato lasciando per mesi e anni il cantiere. Così nessuno potrà più utilizzare l’area e il Centro morirà sempre più, ammesso che ciò sia possibile. Si tratta palesemente di interventi “di facciata” ma purtroppo con effetti distruttivi. E’ facile pronosticare per Piazza Malatesta la stessa fine del vicinissimo Fulgor, dell’Area del benessere, della Novarese e di tante altre opere assurde che hanno avuto come unico scopo e risultato la desertificazione di tutto ciò che ci sta attorno. 
 Woland