venerdì 13 novembre 2015

Gnassi bis. Mica te lo potevi far mancare

E così, nonostante l’indagine a carico e contrariamente alla pratica delle primarie, Andrea Gnassi si ricandida a Sindaco di Rimini per il PD. Sarebbe carino sapere cosa ne pensa il Partito Democratico, ma bastano i 70 della non altrimenti specificata direzione comunale per decretare che non serve consultazione popolare. Pare che in questa occasione, come in altre future coonvenienze nazionali, si farà a meno dell’unica vera pratica simil democratica che il PD avesse mai usato. Ai giornali locali è stata rappresentata come una decisione “plebiscitaria”. Così la chiamano loro, infischiandosene del fatto che nel Diritto moderno questo termine viene usato per indicare una volontà popolare. Forse intendevano il plebiscito dell’antico Diritto Romano, dove alcune leggi avevano valore solo sulla plebe e non si fa fatica a credere che il senso sia questo, vista la dichiarata intenzione di spargere per Rimini statue di Imperatori Romani. Comunque, giusto per non sottolineare la preminenza del reuccio (aka Gnassi) rispetto ai “Tribuni” che si sono plebiscitati addosso, andiamo ad elencare i più importanti: Tiziano Arlotti, detto anche “il Nuovo che avanza”. C’è sempre stato e sempre ci sarà. Il metodo è semplice, basta essere uomo di partito senza dubbi. Nessun dubbio sull’aeroporto, nessun accenno al TRC, nessuna intromissione nelle partite più stringenti dell’Amministrazione Comunale. Il resto è un 99,99% di presenze in Parlamento, che se rimani buono e zitto si sta al caldo e non ti disturba nessuno. Ovviamente la base elettorale va curata e allora nel weekend si va “in zir par la Rumagna”, soprattutto quella dell’entroterra, a stringere mani e a confidare che “il Ministro mi ha assicurato…”. Il problema di tutto ciò è che si addormentano i riflessi. Amiamo ricordare l’occasione in cui, per star dietro alla Deputata Sarti, uscì prima il titolo di giornale, che annunciava un’interrogazione sui Casetti come fatta, dell’interrogazione stessa che venne protocollata qualche giorno dopo. Voto: 5 e ½ fa il suo, ma non gli chiedere troppo. Modesto. Emma Petitti, altrimenti conosciuta come: “il miracolo delle poltrone”. Evidentemente il basso profilo tra i Demokrat paga. Non ci sono altre spiegazioni al motivo per cui una persona, che politicamente ha meno da dire di un cartone animato di Peppa Pig, sia passata dal Consiglio Comunale al Parlamento, per poi atterrare su un Assessorato in Regione.. in soli 4 anni. I più cattivi sostengono che tanta fortuna politica sia dovuta alle spinte di Tonino Bernabè, suo compagno, tra i fondatori del PD Riminese e Presidente di Romagna Acque dal Pleistocene. Queste però sono cattiverie… noi preferiamo credere ai miracoli. Voto: 4 “dimmi quello che devo fare ed io lo faccio”. Milite ignoto. Juri Magrini e Alberto Vanni Lazzari. Oggetti misteriosi. Sicuramente un segretario PD Provinciale, o Comunale che sia, è un’entità che esiste, lo dimostrano i rari titoli di giornale e qualche seduta spiritica. Se dovessimo giudicarli da quello che conosciamo di loro…. Ma sì facciamolo. Juri Magrini lo ricordo messo sotto a San Patrignano da una ancora acerba Sensoli, che però non ebbe difficoltà a sbertucciarlo su alcuni slogan pronunciati con troppa sicumera. Lazzari non lo ricordo per nessuna ragione, ma il virgolettato che leggo oggi sui giornali mi suggerisce anche il perché. “Non possiamo essere subalterni alle vicende giudiziarie”, subalterni non è proprio l’aggettivo che avrei usato. Voto 6 (in due). Se ci sei batti un colpo. Ectoplasmatici. Nadia Rossi. Se mi chiama un Ci.Vi.Vo ditegli che sono a Bologna. I soldi spesi in casette Civivo cominciano a tornare sotto forma di un Consigliere Regionale, Assessore mai rimpiazzato, che vota in favore di chi l’ha mandato in Regione. Sembra molto più complicato di quello che è, si tratta semplicemente di gratitudine, che in regione si ripaga leggendo in Aula quello che ti scrivono, a casa invece basta alzare la mano e dire: sì. Voto: Boh! Meglio un Ci.Vi.Vo oggi che una gallina domani? Frittatina. Queste, in sintesi, sono le figure più rappresentative del sedicente plebiscito, vi lascio immaginare gli altri. Se il Partito Democratico stava cercando un modo per allontanarsi ancora di più dalle persone, pare abbia preso la strada giusta, ma, si sa, la qualità più necessaria tra quelle nella disponibilità di un reazionario è l’indifferenza verso la plebe, che ha dato la sua delega, quindi deve tacere. Una delega è per sempre.
 P.S. A corollario della candidatura automatica del Primo Cittadino c’è il cambiamento che avrebbe portato a Rimini. Anche su questo ci permetteremo di esprimere la nostra opinione, ma non basterà un solo post.  
@DadoCardone Citizen