mercoledì 11 novembre 2015

Scandalo a orologeria (Wada e dintorni)

Qui in redazione stavamo cercando di mettere insieme un articolo sullo “strano” (a dir poco) “caso WADA” la cosiddetta “Agenzia antidoping indipendente” che ha messo sotto accusa nientemeno che lo Stato russo e chiesto la sua esclusione dalle prossime Olimpiadi e da tutte le gare internazionali. A sorpresa ci è venuto in aiuto il Cancelliere che, con questo articolo, e in poche battute si è dimostrato anche un profondo conoscitore di sport e soprattutto dei suoi retroscena. A suo vantaggio c’è, di sicuro, una memoria di ferro. Vediamo cosa ci scrive:
Caro Lugaresi, il rapporto WADA e le abnormi inchieste in esso contenute non sono nient’altro che un atto di guerra (abbastanza raffinato però) di uno scontro ormai ineludibile tra gli Stati Uniti e i loro vassalli (Italia tra essi) e i pochi stati ancora indipendenti: La Russia è il primo di una lista non lunga. Ma è certo il più pericoloso per i “Master of the world”. L’assunto è facile da dimostrare: 1) Innanzitutto la WADA è un organismo tutto tranne che “indipendente”. Pound (il suo capo) è canadese; gli altri due che contano sono un inglese e un tedesco. I soldi arrivano prevalentemente (ovvio) dagli USA. Direi che basta. Tutti e tre sono cittadini di stati “nemici capitali” della Russia. Due di questi stati (USA e Gran Bretagna) hanno dichiarato recentemente la Russia loro “nemico esistenziale”. E’ una chiara dichiarazione di guerra. 2) Lo dimostra il fatto che, del “rapporto”, è stato reso pubblico solo il “dossier Russia” mentre è stato “secretato” il resto. Questo per due motivi: gli USA “non vogliono” la Russia alle Olimpiadi di Rio e gli inglesi “vogliono” il mondiale del 2018 assegnato a Mosca. Ci hanno provato in tutti i modi a “prenderselo” e il risultato finale è questo. Dove non è riuscita l’Ucraina forse riuscirà la WADA. L’indagine va avanti (apparentemente in prevalenza su spinta inglese) anche se stamattina è arrivato l’entusiastico ok di Obama, ma il dossier, ripeto solo per la “parte russa”, esce oggi. In un momento difficile per il paese dopo l’attentato del Sinai, quando, esecutori a parte, tutti i russi sanno benissimo chi sono i mandanti e finanziatori dei terroristi che hanno trucidato i loro 220 compatrioti. Proprio gli stati a cui appartengono i giudici della WADA. Non è certo una bella sensazione ed è un caso molto difficile da maneggiare per il Cremlino. 3) L’esasperazione della situazione è ancora più evidente se si pensa che praticamente tutti i media occidentali, anche stavolta, hanno copiato, con lievissime varianti, i tabloid de gruppo Murdoch (Times, Sunday Times , Sky ecc.ecc.). Pur senza arrivare al paradosso di quelli inglesi, americani e canadesi che chiedono non solo il divieto futuro di gare per la federazione russa, ma anche la cancellazione dal medagliere olimpico dal 1952 di Unione Sovietica, Russia, Germania Est, anche i giornali italiani hanno fatto tutti la loro paginetta accomunando i tre casi. Manca solo la richiesta esplicita di cancellazione che, invece, i media anglosassoni non si vergognano a fare. 4) La natura totalmente ed esclusivamente politica del caso WADA è dimostrata dal fatto che in centinaia di pagine, salvo quelle “non russe” secretate, si parla pochissimo di atleti (con casi noti da anni) mentre l’accusa è tutta rivolta alla Russia e al suo governo (Servizi Segreti in testa. E come no? Poteva mancare il KGB? E poi Putin non viene di lì?) in quanto tale. E’ un caso più unico che raro, ma è l’unico modo per giustificare le richieste squisitamente politiche e non sportive della “pronta inchiesta” WADA. 5) Quanto ai precedenti della WADA la dicono lunga sulla sua “indipendenza” e sono una prova induttiva ben più forte delle sue. La WADA, dopo grande strepito, ha praticamente insabbiato il caso Balco che coinvolgeva tutta l’atletica americana. Questo una quindicina d’anni fa. Armstrong è stato “incastrato” dopo la fine della carriera e solo per spontanea confessione. Nulla si è mai saputo dei grandi “stregoni” spagnoli e (perché no) italiani. Parlo di Fuente, Conconi, Ferrari e altri. Per la WADA sono morti forse? 6) Detto questo verrebbe da chiedersi il “perché” dell’inchiesta e soprattutto dei risultati “ora”, in questo preciso momento. Qui la risposta è più sofisticata del previsto. Bisogna fare attenzione. Certo vi sono ragioni economiche: Rio e Mondiali 2018, come abbiamo detto. Ma la vera ragione è più sottile e va cercata proprio nella richiesta dei “tabloid” inglesi di cancellare gli ultimi 50 anni di storia sportiva della Russia e della sua antenata URSS. Cancellando dalla Storia il binomio URSS-Russia e la piccola ma incredibilmente forte (e non solo per il doping) Germania Est o DDR che dir si voglia si compie un’operazione culturale sofisticatissima. Cancellando dagli elenchi i nomi di stati ed atleti si compie una operazione simile a quella che fanno i polacchi e gli ucraini (parte) demolendo monumenti e cimiteri della II Guerra Mondiale. Si cerca di cancellare una storia (piena di ombre ma anche di luci) per costruire una Storia nuova di zecca ad uso e consumo dei “signori del mondo”. Il “Mondo Nuovo” di Huxley e Zamjatin o la “Neolingua” di Orwell. Come si preferisce la “Storia Nuova”, costruita a tavolino dagli strateghi e dr. Stranamore di Washington, inizia con la fondazione degli Stati Uniti (e per gli inglesi con la “Magna Carta”). Non vi sono pellerossa o aborigeni sterminati. Il potere dei Murdoch, dei Soros o, in piccolo, dei Marchionne e dei Serra (gli amiconi di Renzi), è un potere “buono” “illuminato” e non tollera (né potrebbe tollerare) altre storie. Ecco perché la Russia (per prima, ma non solo) deve sparire anche, per iniziare, dagli almanacchi olimpici. Da qualche parte bisogna pur cominciare. Ecco il motivo del “perché ora” arriva il dossier WADA. 7) Un’ultima considerazione caro Lugaresi. Chi legge questo articolo dovrebbe tenere presente (molto ben presente...) quanto scritto dall’amico Woland pochi giorni fa (6 novembre) a titolo: “Tempo di uccidere”. Perché? Perché di qui alla fine del 2016 assisteremo a un crescendo esponenziale di provocazioni “stile WADA” o “attentato Sinai”. Finché alla Presidenza americana ci sarà Obama ci si fermerà (si fa per dire...) a questo. Per il passo successivo si aspetta la Clinton (o, più improbabile, uno dei “falchi” repubblicani). Resta il fatto che il 2016 sarà per la Russia il vero “anno terribile” e il Presidente Putin ed i suoi cittadini dovranno attrezzarsi bene per farvi fronte. E’ una previsione fin troppo facile purtroppo. Un caro saluto. 
Il Cancelliere

Ps Il signore nella foto la Wada non l'ha mai beccato. Andava troppo forte ed era leggermente americano.