giovedì 26 novembre 2015

IL "passo irreversibile" e i nostri analisti

Una volta tanto dobbiamo fare un elogio ai nostri analisti di politica estera. Ovviamente in primo luogo al Cancelliere (che scrive poco ma dice molto) e altrettanto al suo fido scudiero Woland (che scrive molto). Nell’articolo di due giorni fa, nell’immediatezza dell’abbattimento del Sukhoi 24 russo da parte dei caccia turchi, Woland scrisse espressamente che un fatto del genere non poteva essere successo senza l’assenso preventivo, una preparazione adeguata e un ok dato in tempo reale, da parte degli USA. La Turchia, non meno dei paesi europei, è uno “Stato vassallo” degli USA e mai avrebbe pianificato ed eseguito un attacco del genere senza il totale consenso del proprio “padrone” aldilà dell’Atlantico. A due giorni di distanza dall’articolo firmato Woland, è per la nostra piccola testata (da un migliaio di lettori al giorno, cento più cento meno) una soddisfazione, sia pur triste, vedere questi concetti ripresi in modo assolutamente preciso da tutti i media di stato russi (Sputnik, RT) ma anche da molti commentatori occidentali che scrivono su testate molto prestigiose. Direte: non ci voleva molto a capirlo; però il fatto che questi commenti arrivino, almeno in Europa a distanza di giorni, vuole dire che le redazioni, asservite al “pensiero unico” americano ci hanno pensato bene prima di scrivere e far scrivere cose sia pure così ovvie ma in lieve controtendenza al suddetto “pensiero unico”. Segno che il colpo di Erdogan/Obama non è andato a segno nel modo esattamente previsto e sperato. Anche perché la versione turca si è mostrata subito molto debole e contraddittoria (tralasciamo i particolari che i lettori possono trovare su mezzo Web). Mentre invece resta la domanda su cosa accadrà in futuro. Qui, nella redazione di Salvarimini, sta accadendo una cosa interessante: Il Cancelliere resta fedele alla sua vecchia tesi secondo cui lo scontro ad alto livello Russia/USA è inevitabile nel 2016 o al massimo 2017. Woland, lo scudiero, è meno pessimista e cita la moderazione, aldilà della durezza delle parole di Putin. Il Cancelliere però fa notare che tutte le volte che Putin si è dimostrato “moderato” i colpi su di lui e sulla Russia sono arrivati più fitti e più duri. In perfetto stile “yankee”. Sempre per la cronaca, un 2016 di “fuochi d’artificio”, è previsto sulle maggiori testate Web da Pepe Escobar che quale commentatore di politica estera ha pochi eguali al mondo. E’ ragionevole pensare che attraverso i suoi articoli spesso il Cremlino mandi in Occidente i suoi messaggi più delicati. Leggete Pepe Escobar e vi farete un’idea. Nella nostra piccola casa di Rimini, nonostante tutto, tifiamo Woland.