venerdì 13 novembre 2015

Il Marchese del Grillo

Che grande film che è “Il Marchese Del Grillo”. Quante risate, e quante massime di verità assoluta. In questi giorni mi torna in mente la faccia burbera di Paolo Stoppa, impersonante Papa Pio VII, quando rivolgendosi a Sordi gli dice: “Ricordati figliolo che la Giustizia non è di questo mondo, ma dell'altro”. Accade spesso nel nostro Paese, purtroppo, che il sentimento di giustizia di un cittadino venga frustrato da sentenze assurde o da decisioni incomprensibili. Come quell’uomo, morto di infarto pochi giorni fa, che dopo aver sparato a dei ladri sorpresi a rubare in casa sua, si è visto condannare a 5 anni di reclusione e a risarcire i malviventi con 135 mila euro per averli feriti. Il cittadino non capisce e, piano piano, perde fiducia nella giustizia, o almeno, in quella di questo mondo. A Rimini un’avvocatessa, che ha sottratto 200 mila euro al clochard del quale era affidataria, è balzata agli onori delle cronache televisive nazionali con l’appellativo di mostro, salvo scoprire poi che la donna era da tempo in cura da uno psichiatra per problemi legati al rapporto col denaro. Corretto fare giustizia, il fatto è comunque stato commesso. Encomiabile la celerità con la quale è arrivato in questi giorni il suo rinvio a giudizio a seguito della chiusura delle indagini. È un caso mediatico, non si può perdere tempo. Perché allora la stessa giustizia, imparziale e cieca, non funziona per un altro rinvio a giudizio, atteso ed incerto, per chi ha dilapidato quasi 60 milioni di euro di soldi pubblici nell’affaire Aeradria? Anche questo è un fatto che è stato commesso ed anche la certezza che i soldi non ci sono più è un dato incontrovertibile. Ci sono allora altre logiche sottese a tali ritardi? Ci auguriamo di no, ma ogni giorno che passa, le parole di Paolo Stoppa continuano a rimbombarci nel cervello. Sempre più forte. 
E. Canzi