lunedì 23 novembre 2015

Professor Gardini

Professore, lo si desume dal titolo, lei è sempre stato uomo di scienze..statistiche, ma alcune questioni che cita nell'articolo su una testata locale, devono essere approfondite. Come primo punto vorrei indicare la catastrofe turistica di Rimini che lei descrive con abbondanza di numeri e opportune valutazioni. Messe a confronto però con il trionfalismo di Gnassi, dovrebbero spingerla a ristabilire una corretta verità. Detta in termini pratici credo che tempo, scienza e il suo indubitabile amore per la Città, sarebbero meglio impiegati in un saggio critico o magari auto..critico.. La politica (?) della maggioranza è negazionista nei confronti della realtà da lei descritta. Se questo è il punto da cui partire per analisi serie, subito dopo andrebbe denunciata l'irritante cultura delle feste ed annunci, piste ciclabili, preservativi sulle strade elettorali, selciati mossi e rimossi per spendere soldi. Tutta questa agitazione da cosa dipende? Hanno forse paura che arrivi un soffio giudiziario e li mandi (finalmente) a casa? O serve per le tre fedeli fotocopie che da mesi si sforzano di dipingere una Rimini che risorge al pari del nostro avvilito aeroporto? Gli stessi numeri da lei pubblicati indicano un tragico peggiorare della malattia che ci assale da qualche anno fino a condurci ormai fuori da ogni mercato. Abbiamo battuto anche quello dei 19 euro al giorno. I cinque anni di Casa di Cura Gnassi hanno ucciso le poche cellule vitali. Non risorgiamo con l'assistenzialismo da lei auspicato nell'articolo. Sarebbe opportuno, se qualcuno lo sapesse fare, mettere in fila le questioni più importanti: arenile, lungomare, mobilità, centro, servizi, scuola e..lavoro. Ci siamo persi, ma lei era dietro al macchione dei Chicchi e Cagnoni, potenti inventori dei milleturismi, destagionalizzazioni, grandi progetti finiti in un mare di debiti ed incompiute fallimentari. Eravamo arrivati alla conclusione che (forse) potevamo fare a meno dell'unico turismo per noi praticante, quello balneare. Le cazzate mostruose della Fiera, Palas ed infine Trc sono i figlie legittime di quella nefasta cultura della spesa pubblica. Le "invenzioni" per comprare gli alberghi e destinarli agli affittuari o l'ultima trovata dei condohotel, male si conciliano con la necessità di una politica industriale da lei giustamente citata. La mission di qualsiasi tipo di azienda è il cliente. Noi abbiamo perso per strada tutti i du vot chi vaga. Nella tomba di Rimini possiamo mettere però come monito il Bando del Lungomare. Una tragedia/farsa annunciata, dietro la balaustra e sotto la sabbia niente: pianificazione, obiettivi, legittimità, metodo d'assegnazione, cosa s'intende o si possa assegnare. Una confusione dalla quale i pochi, pochissimi veri imprenditori se la daranno a gambe levate attenti a non sbattere nella Ruota, nel frattempo rimontata ..da sola. Il finale è già scritto, nel riminese usuale con contenziosi ed incompiute come: aeroporto, trc, murri, novarese, questura, campi da calcio. Il privato a Rimini non ha mai tirato fuori una lira/euro se non si permutava in case. Per fortuna ci sono gli arabi.,.calcistici.