martedì 14 febbraio 2017

Fila sotto

Come riporta una testata giornalista online (Rimini 2.0) attinggendo a dati delle assicurazioni auto la nostra città ha l'ennesimo primato negativo in regione: quello della incidentalità, una cosa che tra l'altro, mi pare, ma sarebbe il meno, incide anche sui premi assicurativi. Abbiamo il più alto numero di incidenti per chilometri stradali, molti più di Forlì o Cesena per esempio. Che questo dato sia "grezzo" o ripulito dai sinistri dovuti alle presenze turistiche estive m'importa relativamente in quanto il polso della situazione si ha molto più circolando per Rimini e le altre città della regione. Il polso dice che con la stagione delle rotonde questa città nelle ore morte è un circuito, e in quelle di traffico è il trenino che era prima in quanto non sono stati realizzati sottopassi o cavalcavia o interventi decisivi sul traffico solo e soltanto "sostituiamo tutti i semafori con rotonde", buon per che li realizza ma noi abbiamo già cominciato a pagare il prezzo delle rotonde, ah se l'asfalto potesse parlare! Già nei pressi di una delle prime rotonde è immediatamente stata investita una donna in bici perdendo ivi la sua vita, quella Ravegnani/Savonarola. Quella successiva, ove si innestano tre strade, piena di pedoni che vengono su dal mare, piena di ciclisti, zona urbanizzatissima, pieno centro, con la sostituzione del semaforo con una rotonda nelle ore morte e non è pe-ri-co-lo-sis-sima, per pedoni è cicliisti, non voglio fare la cassandra ma, ma... Questa cosa è assurda, l'automobilista che plaude perché evita un semaforo non se ne rende conto ma in certi luoghi occorrono semafori, stop, la rotonda non è una panacea, quella esteticamente orribile di San Giuliano, era pre-Gnassi, ha sostituito un semaforo che era stato messo a furor di popolo causa un grave incidente. "Lì ci vorrebbe un semaforo": e quante volte si sentiva dire!? E anche su questo blog si riferisce di una persona in fin di vita travolta su Tripoli dove ora vanno a scheggia e ci sono stati già due investimenti su strisce davanti a Marselli, che orrore! E nessuno che abbia nulla da ridire su questa folle vera e propria ideologia delle rotonde. Che da che mondo si facevano o un incrocio su mille o in estrema periferia, mai in luoghi abitati ove sono anziani, bambini, pedoni, carrozzine, ciclisti come si può accettare una cosa così fatta male!? "Fila sotto" adesso c'è scritto sotto il ponte realizzando (assurdo!) su via Roma: "va pianein, ušciaza!", questo dovrebbe esserci scritto. Nelle auto del passato, tipicamente nella 1100 di nonno etc., c'era il magnete con la foto della moglie sul cruscotto "guida prudente, ti aspetto". Con Gnassi si rovescia il paradigma della prudenza ma in macchina, in centro si va piano, la città non è un circuito. Pagheremo col sangue queste politiche demenziali: che chi ha voluto queste demenziali rotonde vada a trovare le persone travolte in ospedale, al Bufalini! 
Amelio Giuseppe Vergone