domenica 19 febbraio 2017

Migranti

Il mio pensiero di oggi sta tutto nella foto di copertina. Nel continente africano, così come in tutti i paesi appartenenti al terzo mondo, il tasso di mortalità infantile si è ridotto su percentuali prossime a quelle del mondo occidentale, rilevando al contempo indici di natalità quintupli. Soltanto pensare che nel lungo periodo, una strategia basata su rimpatri selettivi, possa governare il fenomeno, è decisamente priva di fondamento. Sono convinto che se tra Italia ed Africa vi fosse stato del terreno calpestabile, avremmo già da tempo edificato un muro di 15 metri d'altezza. Lo avrebbe pagato l'Unione Europea senza neanche batter ciglio. Invece così non è; il mare non permette questa strategia che sarebbe comunque un palliativo di fronte ai dati di natalità (e sopravvivenza) propri dell'Africa. Dunque che fare? La storia è piena di avvenimenti tettonici, climatici ed umani che non sono stati soltanto subiti. Spesso le civiltà che sono sopravvissute a cambiamenti esogeni, lo hanno fatto non perché più evolute dei barbari o tecnologicamente superiori a madre natura, ma perché più rapide nell'adattarsi al cambiamento. Tra 10 anni la nostra società sarà certamente differente e le caratteristiche che subirà o vanterà, saranno il frutto di decisioni prese e perseguite sin da ora. Non so sino a che punto questa debole Europa possa governare l'evento storico che ci troviamo davanti. Se i governi non collaborano, ci troveremo di fronte al postulato base del giocatore di poker: "Se non riesci ad individuare il pollo nella prima mezz'ora di gioco, allora il pollo sei tu." 
 Montalbano