martedì 21 febbraio 2017

Scissione Fredda

Su Chiamami(Melucci)Città ho letto gli accorati appelli all'unità del Partito Democratico di Vanni Lazzari e di "A te faz" Arlotti; sono quasi tentato di passargli una confezione di fazzoletti Tempo. Il primo ha forse ecceduto in patos e vorrei rassicurarlo: in questa faccenda non vi è traccia di ideologia o valori identitari. Tutta l'operazione è ascrivibile unicamente a nozioni di tecnica industriale e commerciale, squisitamente aziendali. Non occorre scomodare la vanità del Segretario Renzi o la cupidigia di visibilità della minoranza PD, ma piuttosto rileggersi le pubblicazioni della McKinsey Company in tema di quote di mercato contendibili; in effetti siamo di fronte ad un lucido e vitale riposizionamento elettorale. Alcuni indicano il risultato referendario del 4 dicembre come lo spartiacque nel destino del PD, io penso invece che la nuova strategia del potere politico sia stata decisa nel momento in cui la Consulta ha bocciato il ballottaggio e salvato il premio di maggioranza al 40%. L'obiettivo del potere è perpetuare il potere, l'unica condizione necessaria per non perderlo è continuare a governare. Il sistema elettorale sopravvissuto alla sentenza della Corte Costituzionale, nell'attuale configurazione del corpo elettorale, non permette la governabilità. Nessuna forza politica può raggiungere il premio di maggioranza posto al 40%, se non tramite alleanze. Dunque sarà vincente raccogliere parte di quegli elettori da tempo disillusi e pare che i "carotaggi" degli istituti di indagini statistiche, abbiano indicato nell'ala a sinistra del PD un sufficiente serbatoio di consenso. La tattica verrebbe da sé. Renzi sarebbe il Primo Cavaliere del Partito della Nazione e la "Minoranza Emiliana" andrebbe a drenare voti dall'altra parte, sul lato a gauche. Se giocano bene le loro carte, e sommate le due quote, potrebbero raggiungere il traguardo del 40%, allearsi e continuare a governare come prima. Una scissione fredda, ottenuta nel laboratorio di un istituto di ricerca politica. Astenersi cuori romantici.
 Montalbano