giovedì 2 febbraio 2017

Vade Retro..Matteo Ricci

Ho aspettato qualche giorno prima di commentare la Kermesse degli amministratori PD svoltasi al palacongressi alla quale ho assistito nella giornata di sabato pomeriggio Renzi compreso. Il sindaco di Pesaro, in qualità di ospite, si è spinto, a mio avviso, molto oltre rispetto alle sue conoscenze del nostro territorio ed ha omaggiato il sindaco di Rimini con eccessiva benevolenza quando afferma che quella di Rimini è un’esperienza da esportare in tutt’Italia. Sono altrettanto netto questa è un’esperienza nata politicamente morta. Lo dico con tutto il rispetto per quelli del Patto che l’hanno progettata e che sono stati politicamente intelligenti, scaltri, conoscitori del territorio e dei loro mondi, hanno colto l’attimo giusto e sono riusciti in un’impresa non più replicabile neanche a Rimini. Un pò di fortuna non guasta mai. Il M5S che non si presenta e grossolani errori della segreteria del PD hanno agevolato l’impresa del Patto Civico che ad ogni buon conto ha fatto il suo gioco con successo. Motivo del politicamente morto? Asse spostato a destra che è sempre meno tollerato dall’elettorato PD che non corrisponde certo a quello plaudente del palacongressi che mi ricordava un po’ quello della Milano da bere di Craxiana e Martelliana memoria. Fuori la situazione, specialmente per i giovani, è molto diversa con disoccupazione stellare, precarizzazione del lavoro e intolleranza del PD verso i rappresentanti dei lavoratori sia a livello locale che nazionale. Come ho detto al Sindaco Gnassi nell’ultima direzione PD, in sei mesi Rimini è passata dall’essere paradigma ad un’enclave circondata da un mondo (quello di riferimento politico) che sta andando in direzione diversa. Lo dimostrano i sommovimenti di questi giorni della sinistra PD che sta aggregando sempre più. Ribadisco al Sindaco ciò che sempre in direzione gli ho detto: precorra i tempi e con rimpasto di giunta introduca un assessore che dialoghi con le parti sociali e la sinistra. Gli consiglierei un sindacalista della CGIL.
Massimo Allegrini