mercoledì 13 febbraio 2013

Il Martirio del Pd

La campagna elettorale, passati i primi giorni di discreto interesse creato dalla stampa di regime attorno alla salita di Monti, si sta spegnendo, prendono giustamente il sopravvento i problemi quotidiani. Lo scandalo Mps per quanto sedato dalle indagini ancora molto prudenti, ha messo all'angolo il partito vincente, la nullità mediatica del Premier tecnico ha fatto il resto. Berlusconi impazza, ha resuscitato in un mese un partito personale dato per defunto, ma il trionfatore sconosciuto per i giornali è Grillo. Repubblica è riuscita a scrivere che il MoVimento incute paura al Cavaliere, quando è sentimento comune che il grande serbatoio di voti e consensi è rappresentato dai delusi ed incazzati di sinistra. Per arrivare a quelle percentuali che nessuno prevedeva occorre una indiscussa abilità nell'affrontare in termini nuovi e coraggiosi la sfida con i cittadini. E' l'unico politico che rende spaventosamente quando il contatto con i cittadini è quasi epidermico, in Piazza Cavour lo abbiamo avvertito. Crea uno stretto legame d'intenti e condivisione con il prossimo elettore. Il resto lo fanno gli avversari, ad ogni comparsata di Tinto Pigi si sentono quintali di voti che entrano nella bisaccia del MoVimento. Non c'è neppure bisogno che venga celebrato il processo sulla Banca di Casa, tutti hanno capito il poco che rimaneva misterioso. Siamo sempre più sorpresi dal silenzio tombale di Benigni, non gli aggrada il copione in senese? Può sempre prendere Bersani in braccio. Slogan elettorali zeppi di promesse come fossero dei pentiti, ci hanno rimborsato tutto il bottino depredato, l'ultima rata Imu l'abbiamo convertita in derivati fresh bond. Qualche giorno fa guardavo un sondaggio sul gradimento dei leader politici italiani apparso su... Repubblica. Bersani, al secondo (?) posto, gode ancora di un buon seguito ma è in calo di ben 5 punti rispetto al periodo delle primarie. L'unico a superare il candidato premier del PD è proprio Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze dopo le primarie ha centellinato le sue apparizioni in pubblico, ma guadagna 4 punti rispetto al dicembre on the road. Guidando la misera classifica, Renzi è percepito positivamente in modo più trasversale, forse perché ha fugato qualche dubbio sollevato dai suoi detrattori: non ha fondato un nuovo partito, non è andato con Monti e tanto meno a destra, ma soprattutto ha continuato a fare il sindaco supportando (?) Bersani. Abbiamo incontrato due vecchi compagni in Piazza Cavour, sostenitori della prima ora di Matteo, piuttosto di votare Bersani, hanno detto che voteranno....Grillo. Cominciano ad essere davvero troppi. Le battute di Bersani non fanno ridere nemmeno l'apparato abituato al peggio, i morsi minacciati, l'autan alle zanzare, le bambole pettinate quanto lui è tinto, un miscuglio di amenità che lo rende ansioso, quasi patetico. Riflettono l'imbarazzo di dovere ammettere che la presunta diversità non è quella vendoliana ma di un partito che ha sempre raccontato e milioni di onesti compagni lo hanno creduto, che si finanziava con le salsicce di Fraternali. Prima da Bologna poi da Siena sono arrivate le..conferme.

P.S.
Non avevamo previsto le dimissioni di Ratzinger, ma un concordato in continuità