mercoledì 6 febbraio 2013

Tre Uomini in Barca

All'esterno appare compatta la disperata difesa del Pd dagli attacchi derivati dal caso Mps. All'interno è una guerra tutti contro tutti. La prima domanda che sorge fuori dalle procure è chi ha sponsorizzato la disastrosa acquisizione di Antonveneta. D'Alema si chiama fuori con una ineccepibile dichiarazione: sono stato accusato di essere lo sponsor dell'operazione Unipol, Mps-Antonveneta era la scalata opposta. Con questo solare chiarimento gli elettori possono andare tranquillamente in cabina e Rep continuare a gettare fango vergognoso sui grillini. A Parma Beppe raccoglie 4 mila persone e dieci aderenti ad un comitato contro gli aumenti delle rette negli asili. Non c'è bisogno di farla lunga, la loro situazione è leggermente peggiore di quella riminese con il vantaggio che è scoperta. E' arrivato un commissario, il Sindaco Pinzarotti un Camporesi del nord, deve rientrare dalla massa debitoria accumulata dai predecessori di entrambi gli schieramenti. Le forze del bene senese sarebbero rappresentate da Franco Bassanini, per molti anni parlamentare eletto a Siena e titolare di una sorta di protettorato politico sul Monte e sul suo presidente Giuseppe Mussari. Lo hanno attaccato in rapida successione, da casa Pd, un altro vicerè senese, Luigi Berlinguer, l'ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco e il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Bassanini ha reagito con un'intervista a Repubblica: Hanno ancora il dente avvelenato dai tempi in cui Mps non si allineò a un'operazione che era molto cara al gruppo dirigente. Unipol-Bnl, appunto. Bassanini fu avvistato, insieme alla moglie Linda Lanzillotta, oggi candidata montiana ed allo stesso Mussari, ospiti sulla barca di Carlo De Benedetti. Un dettaglio che complica l'analisi sui protettori di Mussari. Pochi giorni prima della scalata ad Antonveneta, nell'autunno del 2007, Mps aveva fatto un notevole favore a De Benedetti, comprando per 33 milioni l'1,2 per cento della società elettrica Sorgenia. La piccola transazione fece automaticamente balzare il valore di Sorgenia a 2,7 miliardi di euro, mentre gli analisti finanziari la valutavano fino a quel giorno 1,5 miliardi. Quel giorno le azioni del gruppo Cir, che controlla Sorgenia, balzarono del 10 per cento, facendo raggiungere alla holding dell'ingegnere un valore di Borsa di 2,19 miliardi, nettamente inferiore a quanto Mussari aveva pagato le azioni Sorgenia. L'11 novembre 2007, subito dopo la troppo costosa acquisizione di Antonveneta, Repubblica affidava a un principe dei commentatori economici, Giuseppe Turani, un sobrio elogio dal titolo "Il capolavoro del Monte dei Paschi". Un capolavoro, appunto, alla faccia di chi parla di operazione politica o di prezzo folle. Tralasciamo un'altra godevole parte dedicata agli equilibri interni ai democrat con Veltroni neo incoronato che incassa le tessera n°1 di De Benedetti storico nemico del Migliore. L'avvocato Mussari, nato dalemiano, si emancipa per legarsi volta a volta agli imprenditori De Benedetti e Franco Caltagirone, ai patroni di Siena Bassanini e Giuliano Amato, ai potenti di Roma Giulio Tremonti e finanche Gianni Alemanno (via Caltagirone). E così, quando scala Antonveneta, le reazioni giornalistiche e politiche sono discrepanti dalle logiche di oggi, a riprova di quanto siano doppie e insincere le verità della campagna elettorale. Ecco dunque che a novembre 2007 elogia la "bella operazione" proprio Alessandro Profumo, allora tifoso di Mussari, oggi suo successore al Montepaschi che rivela di essersi allora rifiutato di trattare Antoveneta per Unicredit. Dobbiamo continuare? Almeno non ci prendano per il culo facendo le verginelle sorprese coprendoci di..morsi. La vendetta è il voto.