venerdì 8 febbraio 2013

Vivere Inquieto

Qualcuno ricorderà la bella mostra organizzata dal Pci fine anni 80 quando a Rimini si formò una delle tante giunte di pentapartito e si ufficializzò la rottura tra i due storici partiti della sinistra. L'art director allora era Nando Piccari, aiutato dal giovane regista Gambini. L'enorme rendering raffigurante la Piazza Cavour come una immensa palude fece scalpore, potrebbe essere una idea da lanciare al MoVimento prossimo vincitore del concorso elettorale. Erano anni d'oro, quelli del turismo invincibile, anche se mostrava qualche crepa che i socialisti avevano già intravisto, mentre l'ottusità comunista aiutava il conservatorismo. I bagnini per non sbagliare votavano Spadolini che non aveva mai visto una spiaggia. Vivere Inquieto era lo stupendo titolo della mostra, tre passi sopra il cielo di Gnassi popolato di saraghine da strada. La Rimini che non parla, non si vede, è composta da tanti cittadini ormai rassegnati allo stucchevole dibattito cittadino, con i pochi imprenditori rimasti che tirano la carretta in mezzo a mille difficoltà. Tutti stanno alla larga dalla politica, è terminata la corsa della società civile che surrogava la politica, si sono mostrati i peggiori hanno aggiunto ai vecchi vizi una voracità forse sconosciuta. Siamo arrivati all'odio contro una amministrazione di incapaci, ascoltiamo parole di inaudita violenza che colpiscono ovunque. I bersagli più facili sono quelli in mostra perenne. La burocrazia è diventata il redditometro delle ingiustizie, sempre più insostenibile, le immancabili contestazioni, ammende varie, che diventano ancora più insopportabili in ragione dei difficili bilanci familiari o aziendali. Un agire vergognoso ci dicono in tanti, dove concorrono diversi fattori strumentali, da quello di fare cassa ad aumentare i centri di potere. Inventando capri espiatori: dall'evasore, allo speculatore a prescindere. I quattro giornali uguali si fotocopiano le notizie che vengono gettate dal Palazzo, anche per loro la cura dimagrante che subiscono li porterà ad una rivoluzione cartacea. Grillo li ha spiazzati, fa a meno di loro e della televisione di stato, l'ultima rapina obbligatoria. Le televisioni commerciali o del potere a pagamento, se lo stanno litigando, tira più lui di Celentano, assieme sarebbero una gradevole pubblicità dell'antipolitica, Adriano deve cantare però. Vi riproponiamo l'esempio di quella querelle nata per inadempienze pubbliche che si sta ancora svolgendo sul Demanio Pubblico. Ogni giorno aggiungono una pagina allo scandalo. L'ultima, numero 215, tratta del probabile pagamento dell'Imu su cabine abusive ed ombrelloni. La farsa è terminata con le prime cento pagine siamo in pieno delirio d'incapacità. Lontano da noi difendere la categoria, hanno gli avvocati di fiducia peggiori del foro politico, i futuri padroni della Città non hanno ancora capito molto, ci vuole pazienza, dovranno essere rivotati ed aiutati, sono onesti e non hanno mai amministrato, non c'è scelta, altrimenti si torna a Vivere Inquieti..