martedì 13 agosto 2013

O Tempora o Mores

Sono tempi non facili quelli che stanno attraversando la Chiesa e i cattolici italiani. Se da una parte, infatti, Bergoglio ha risvegliato un’attenzione positiva verso la Chiesa, suscitando speranze e ricucendo il rapporto fra Santa Sede e opinione pubblica, parecchie cose sono cambiate e non sempre in meglio. Sul piano politico la situazione è mutata rapidamente. Sono lontani i tempi della richiesta marchetta politica a favore di Mario Monti da parte della Segreteria di Stato e della Cei. Oggi l'entusiasmo per l'inciucio rinnovato è tiepido e celato, hanno paura delle ruvide scarpe di Francesco, non sono di Prada come quelle del Predecessore vivente. Il peso politico dei cattolici e della chiesa nella vita politica è debole, Zerbini, antico portatore di croci penitenziali e titoli cattolici non riesce a fare l'assessore, con le stigmate di Renzi avrà più fortuna, anche se Gnassi gli ha fregato la tessera n°1. E' vero che ci sono ex democristiani al governo, merito precipuo del pidi che li ha imbarcati, ma si è sfaldato quel blocco di potere composto dal cattolicesimo organizzato ed dal potere d’interdizione dei sacri palazzi. Ruini alleandosi con il centrodestra berlusconiano aveva creato un meccanismo che ha rimandato di circa un ventennio la crisi. Un blocco di potere saldato attraverso reciproci scambi e sostegni garantiva alla Cei l’appoggio incondizionato su leggi e provvedimenti che caratterizzavano l’ideologia ecclesiale di questi anni: forti restrizioni in campo bioetico e barricate sui diritti dei gay, in modo particolare; d’altro canto finché il cardinale ha guidato l’episcopato italiano il sostegno a Berlusconi e ai suoi non è mai mancato da parte dei vescovi. La rottura è avvenuta solo quando il leader del Pdl era prossimo all’uscita di scena, oggi con il prossimo ingresso in..carcere hanno bisogno di riorganizzarsi. Non vogliamo fare come il pretino Prandelli che non avrà la voce per chiedere al Papa di dare il calcio d'inizio di una partita gonfiata come un velocista, ma il modello nazionale del potere cattolico si saldava con l’esperienza ciellina in Lombardia. Anche da noi non hanno agito da dilettanti. Il disegno prevedeva un Pdl più moderato, senza il suo ingombrante leader storico e con un Alfano alla guida, anche questo sogno si è infranto contro Esposito.  D’altro canto il centrodestra su temi come sostegno alla famiglia e finanziamento alle scuole cattoliche, ha fatto molte parole ma nella pratica ha realizzato ben poco. La definitiva uscita di scena dei cardinali italiani dalla prospettiva di guidare la Chiesa ha avuto il suo peso. una loro evidente marginalizzazione è in atto, non parlano più della politica italiana, solo Vitali recita omelie. D’altro canto quei settori del cattolicesimo sociale impegnati sui temi della giustizia o dell’immigrazione sono stati a lungo emarginati e oggi, dopo anni di esilio, faticano a riprendere la parola.  Il cattolicesimo italiano sembra oggi senza una vera bussola dopo essere stato guidato a lungo, dalla Cei, sulla strada dei valori o principi non negoziabili. Francesco sposta l’attenzione altrove, tornano i temi della povertà, delle diseguaglianze, senza dimenticare le questioni stringenti della riforma interna della Curia. Bergoglio ha cambiato linguaggio e segretari particolari, normalizza la battaglia sui gay, mostrando come reazionarie le battaglie cattoliche contro la legge sull'omofobia. Non volevamo dirlo, ma ci sembra che Papa Francesco abbia più dimestichezza con Di Battista (non volevo scomodare Grillo) che con Brunetta. Una delle poche novità che ci convincono.