martedì 27 agosto 2013

Il Governo di Arcore

E' terminato sotto un uragano il vertice del Governo di Arcore, Alfano che assomiglia sempre più ad un Delrio pidiellino, ha avuto il gravoso compito di spegnere luci e sparecchiare. I figli del primo e secondo letto a castello hanno paura della restrizione della libertà del padre in una normale galera e la caduta dei titoli Mediaset nel caso molto improbabile che al Cavaliere venga comminato più di un buffetto. La riunione si è conclusa con l'affermazione che è impensabile la decadenza di Berlusconi. Rimarrà nella storia come la frase di Garibaldi a Teano. Abbiamo ascoltato una dichiarazione di D'Alema Migliorino nella quale auspica si trovi un'altra maggioranza. Detta da lui concedo tutte le ragioni a Grillo per mandarlo a fanc..Vi siete mai soffermati a pensare che Paese ci hanno regalato? Il destino degli italiani anche quelli che aspettano la ripresa, credono all'indotto della Fiera, del Palas e perfino del Meeting, è in mano ad un personaggio che da venti anni viene votato da milioni di italiani. Anche a novembre, se non viene mandato a compiere un servizio sociale vero, arriva secondo dietro al MoVimento. Una piccola crepa si è aperta nelle granitiche certezze del Cavaliere, fin qui risolutissimo a far brillare una mina sotto al governo. Il tarlo del dubbio gliel'hanno insinuato tre dei cinque figli che l'altro ieri si sono affacciati ad Arcore. Invece del padre, sono stati i giovanotti a raccomandargli di non fare sciocchezze e forzature tali da mettere a repentaglio la sua personale libertà, oltre che le ricchezze della famiglia. Se mai verrà scongiurato il patatrac del governo, con tutto quanto ne può derivare, si dovrà riconoscere una quota di merito a Ghedini e Coppi. Secondo il pool legale, Silvio farebbe bene a proporsi per un affidamento in prova ai servizi sociali che, ove mai fosse accordato dal giudice di Milano, gli lascerebbe ampi margini di libertà personale e la concreta chance di vedersi cancellata la pena accessoria dell' incandidabilità nel caso di sicura buona condotta. Rimane viceversa intrattabile sulla decadenza da senatore. Su questo, non ci sono spiragli. Se il 9 settembre la Giunta delle elezioni con il voto traballante del pidi boccerà la relazione di Augello (Pdl) che mira a prendere tempo, la temperatura salirà alle stelle. E se nei giorni seguenti il Pd voterà per espellere Berlusconi dal Senato, a quel punto la crisi sarà automatica, i ministri Pdl daranno le dimissioni un minuto dopo. Diverso sarebbe se, con la scusa di chiarire certi dubbi sulla legge Severino, venisse procrastinata la decadenza del Cav in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale. Ricapitolando: niente decadenza immediata, affidamento ai servizi sociali su richiesta degli avvocati, seguito forse da una grazia o da una commutazione della pena. Di tutto questo si è ragionato nel Governo di Arcore. terminato per seguire la partita del Milan a Verona. Non è stato un bel segnale.