venerdì 30 agosto 2013

Affari Comunali

La notizia dei giornali è che il comune vende la sua quota della rete del gas per fare le fogne. Non nuova, anzi piuttosto usata, ma messa così può sembrare uno dei primi atti normali dell'amministrazione, solo un pò disperato, dato che nel Palazzo hanno già venduto l'argenteria. I giornali renitenti e reticenti, omettono di ricordare che il Comune per quella quota azionaria del 50,5 percepisce un ristoro annuo di 3 milioni di euro, sarebbe per un assessore al bilancio quasi scontato non farlo. Se poi la concedi per 8 milioni può sembrare che i problemi aumentino, dopo che nella Rimini Holding l'hai valutata molto imprudentemente 21 milioni. Le minusvalenze al popolo, dopo Aeradria è arrivata un'amnistia comunale, basta mettere qualche bocconiano al posto dei piddini che hanno fallito. Ve la dico in un altro modo: tre milioni sono la cifra molto vicina a quella che il comune paga di affitti per lo svolgimento delle sue attività. Ipotizzando di acquisirne le proprietà, come molti auspicano, da conti approssimativi, dovrebbe investirne 20/30. Questa operazione ricorda la famosa storiella di quello andato al mercato con la vacca e dopo decine di baratti torna a casa con un cesto di...cachi. Se volessimo dare un occhiata all'investimento previsto, ossia le fogne, la cosa assume aspetti meno gradevoli, perché si fa leva su un sentimento diffuso in tutti i riminesi di vedere risolto il grande scandalo e non sversare più merda in mare, anche se fa bene. Tutte le volte si ricomincia da capo, dalle vasche di prima pioggia di Chicchi, per le quali, se non ricordo male, abbiamo speso 20/25 milioni, al Piano Regolatore delle fogne di Arlotti, a Gnassi che ci racconta che ha fatto tutto Lui. L'amico fruttivendolo a cui raccontavo questa vicenda, mettendo in fila un po' di queste assurdità, in un minuto mi ha rilasciato uno scontrino pubblico di trecento milioni. Quasi come due Palas inutili o venti Seminari. Il Comune di Rimini non è commissariabile ma interdirlo politicamente è un'opera necessaria. La comunità viene allevata a bugie e disinformazione, difficile separare verità e finzione, si alimenta il sospetto ed il qualunquismo. L'operazione gassosa diventa normale, la realtà è rappresentata dai quattro spacciatori di droga in Piazza Ferrari, lo scoop sarebbe trovare dove non lo fanno.

P.S.
Ho preparato due articoli dedicati al Cuore di Rimini sulla vendita delle reti gas. Ho chiesto assistenza al Dott. Ferri Mario, unico Assessore al Bilancio delegato a Rimini ed estensore di un bellissimo libro (da fare leggere a Brasini) sui Servizi Pubblici.