domenica 11 agosto 2013

Il Mio Nome è Khan

Non vi nascondo che questo è stato un pezzo difficile da mettere insieme. Lo è stato perché fondamentalmente tratta della profonda ambiguità che, nella nostra società, genera fenomeni come quello dell’abusivismo, ma non solo. 20130810_120512 Circa un mese fa, in una assemblea del lunedì del Movimento 5 Stelle, ho avuto l’opportunità di ascoltare i rappresentanti di un comitato che si sta costituendo a Rimini. I componenti si ripropongono di raccogliere dati ed informare i cittadini riminesi sull’abusivismo; perlomeno sulle dimensioni del problema. Nella loro presentazione risaltava prepotente una domanda: (parafrasando) perché io, che ho una regolare licenza commerciale, sono sottoposto a continui controlli e mi si aumenta regolarmente la pressione fiscale mentre in spiaggia centinaia di abusivi possono praticare la vendita senza alcun obbligo? L’evidenza della discriminazione è incontrovertibile. Oggi però mi hanno fatto un’altra domanda. Marebello, 11 della mattina. Di fianco al Frontemare, nella stradina di accesso al mare agenti in assetto antisommossa, nei giardinetti dall’altra parte dell’edificio moltissime persone di colore, disposte in capannelli. Mi avvicino a quello dove c’è un uomo che parla nel mezzo. E’ un agente di polizia o comunque parlando si qualifica come tale. “Adesso non ti sto parlando da poliziotto, ma come uomo [...]” spiega ad uno che sembra il capo dell’assembramento, ma chi può dirlo? Consiglia loro di costituirsi come un associazione, molto prima dell’estate, per essere rappresentati da una voce comune. Parole utili il 10 di agosto…. come quelle del Questore Terribile (di cognome, non so di indole) che sui giornali di oggi bolla abusivismo e prostituzione come “false priorità”. Al questore evidentemente sfugge che tutti i problemi, anche quelli che lui giudica meno degni di priorità, sono generati da un’unica fonte: il degrado sociale. All’improvviso tutti i partecipanti di quella scomposta manifestazione vengono richiamati in un unico punto. Mi avvicino alla riunione plenaria, intercetto un paio di “bocce perse” che orbitano come satelliti attorno all’assembramento più grosso e mi faccio spiegare cosa sta succedendo. Mi dicono che tra di loro c’è uno iscritto alla CiGL che sta cercando di fare il mediatore. Ma cosa è successo? Dopo le risse le cose si sono fatte serie ed oggi non possono stare al mare, così mi dicono. Oggi danno retta a quello della CiGL, ha detto loro che qualcuno andrà a parlare con il Sindaco. Li per li mi viene un po’ da ridere, chi dovrebbe trovare una soluzione all’abusivismo? Comunque ormai sono entrato in confidenza e faccio la domanda al gruppetto che si è formato attorno a me. “Vi sembra giusto che un negoziante dall’altra parte della strada apra una partita Iva e paghi le tasse per la stessa cosa che voi fate a pochi metri senza rendere conto a nessuno?” C’è un piccoletto cingalese che non parla proprio bene l’italiano, ma ha voglia di rispondere. Lavorava in una fabbrica a Brescia, erano 20 operai, molti italiani, la fabbrica ha chiuso e sono finiti tutti in mezzo alla strada. Vendere “on the road” gli da da mangiare. Poi ne arriva un altro Khan Imnar. E’ bangladese, forse. In testa ha un cappello con la bandiera americana e mi viene da pensare che magari quel berretto rappresenta la sua voglia di vivere un sogno come quello americano, della serie “se vuoi puoi”. Poi però parla e il cappello è solo un cappello. “Anch’io lavoravo. Sono in regola con il permesso di soggiorno, molti di noi qui lo sono. Il mio posto di lavoro ha chiuso e io non ho voglia di andare a rubare ne di spacciare droga. Ho cercato altro lavoro, ma mi dicono che non ce n’è nemmeno per gli italiani. Ho una moglie, dei figli e dei debiti. Sono un abusivo, ma così mangio. Tu al posto mio che faresti?“ Ho sempre invidiato chi con un solo segno a terra divide il pianeta in due. A me non riesce. I commercianti non possono essere discriminati, ma chi ha creato la situazione degli abusivi? Ci sono buone probabilità che sia figlia dell’indifferenza. Il problema dell’immigrazione è stato affidato ai proclami politici e al buon cuore degli italiani.. come dire che volevamo pulire un letamaio con un fazzoletto e un po’ di sputo. Dovremmo stare più attenti all’indifferenza perché è una grande risorsa per la mala politica. Permette ti spacciare per nuove e risolutive soluzioni ridicole già dieci anni fa e così il 10 di agosto del 2013 entrano i servizio gli sceriffi dissuasori (caricati a parole) a 18 € allora. I commercianti si incazzano e il resto della popolazione se ne frega, fino a che non verranno toccati da un TRC, da un Biodigestore o da un Teleriscaldamento e allora… piove governo ladro! Risolvere l’abusivismo alle radici è un dovere sia verso i commercianti che verso gli abusivi stessi. Potrebbe sembrare un controsenso, ma non possiamo accogliere persone nel nostro paese con l’unica prospettiva dell’irregolarità e dell’emarginazione. Volete sapere come si fa? Beh.. chiedete troppo ad un misero Open Journalist. Non ho simile intelligenza a disposizione, ho solo piccoli accorgimenti da suggerire, tipo quello di cominciare a non votare metrosexual con i pantaloni in tinta la cui unica preoccupazione è che l’estate imbrocchi un paio di feste. (n.b. le parole di Khan sono state perfezionate nella forma, ma la sostanza è proprio quella)
 Davide [Giornalista Abusivo] Cardone