Trovo molto buona questa dichiarazione del sindaco dottor Gnassi, da presidente
in pectore della provincia, sulla opposizione a quello che egli chiama "metropolismo
bolognese". Non si tratta di essere "contro" Bologna o di campanilismo, e' un fatto ed è nei
fatti che il territorio riminese si sia fermato in termini di sviluppo, ed anzi abbia arretrato su
molti fronti, dalla istituzione delle Regioni 1970. Nulla osterebbe per altro che il nuovo
presidente fosse il "vecchio" presidente: per legge potebbe ricandidarsi lo stesso Vitali in
qualche modo "disinnescando" parzialmente gli effetti della dissoluzione della provincia ma la
vicenda dell'aeroporto pesa sul suo nome. Faccio anche notare, visto che Gnassi cita
espressamente Bellaria, come questa cittadina un tempo "sobborgo" del Comune di Rimini, ma noi non siamo riminicentrici: "/ognuno vada con chi gli pare..." - si allontani sempre più
da Rimini e guardi alla valle dell'Uso e al cesenate. Per contro, diciamo ultimi 3-4 anni, Rimini
per il mio sentire, ha molto accresciuto le proprie relazioni soprattutto con l'amica Repubblica
di San Marino, "sdoganata" recentemente dalla visita del Capo dello Stato. Perchè non
dimentichiamo che il rischio riminese è anche quello dell'isolamento in quanto a Cesena e Forlì
non ci unisce più la ex provincia e le due città sono ora un corpo unico con baricentro verso
Forlì che distaccata da Rimini 20 anni fa ora dialoga più facilmente con Ravenna e noi siamo una primadonna turistica anche sovradimensionata rispetto alla Regione che ci imbriglia.
Cordialmente, Astorino Del Bue