mercoledì 13 agosto 2014

Il 18 di Renzi

Angelino Alfano, il grande protettore della Sbalabayeva, nominato Ministro degli Interni, per l'emerita azione di salvaguardia dei diritti della dissidente, ha capito che la grande colpa dei sette anni nel tibet della recessione è da addebitare all'Art 18. Occorre lanciare un segnale di forte semplificazione delle regole con l'abolizione dell'articolo entro la fine di agosto. Per lanciare questa campagna che doveva fungere da promo a quella più elettorale contro i vu cumprà ha scelto la tribuna di Repubblica. Non so se il tutto sia stato combinato per mettere ancora più in difficoltà Pittibimbo e proiettarlo direttamente in grembo al Banana, pronto a coccolarlo con il suo amorevole appoggio. Oppure, cosa forse più vera, abbiamo un Vice-Premier proprio così. Dovrei aggiungere che è (ancora) l'idolo dei bagnini. Credono che con un pensatore di quel calibro possano modificare la direttiva sui servizi, uno dei capisaldi sui quali si fonda l'unione europea. Non c'è bisogno di ricordare che per un presunto attacco di questa natura, al di là del suo effettivo valore sindacale, qualche anno fa Cofferati (chi?) raccolse qualche milione di lavoratori confermati anche dalla questura. E' una buffonata che segnala la bassa consistenza del governo, sembra una mossa congegnata per carpire qualche consenso ed attirare nella trappola la parte del Pd più sensibile a questi attacchi. Come dire fate i buoni altrimenti vi spogliamo anche del 18. Una autentica pagliacciata, per quello che so a Rimini sono stati negli anni 3/4 i casi nei quali si è usato l'articolo, quasi sempre ci sono state compensazioni monetarie. Il punto non è davvero quello, quanto un braccio di ferro sulle riforme. Il ministro degli interni a capo di 40 giuda, tutti eletti per meriti berlusconiani, ogni tanto scimmiotta il famoso Ghino di Tacco. Poi arriva chi gli ricorda il suo valore parlamentare e si rimette a posto in attesa di altri dissidenti da impacchettare. Un Tavecchio meno comico. Per Alfano, la norma sui licenziamenti è "un totem degli anni Settanta" e "non è stata abolita finora perché ha retto un asse fra il Pd e il sindacati. Con oltre dieci milioni di cittadini disoccupati si sta discutendo come rimuovere gli ultimi ostacoli per..licenziare meglio? Ma chi organizza l'opposizione in questo paese? Davvero pensano e fanno quello che vogliono? Rimane il dubbio/certezza che l'unica opposizione al partito di Renzi sia il Pd di tutti gli altri. Parole che riaccendono la polemica sul destino dell'articolo 18, già modificato dal governo Monti nel 2012, che pone una tutela ai licenziamenti nelle aziende con più di 15 dipendenti, con il relativo reintegro per coloro licenziati senza giusta causa. Il Nuovo Centrodestra si mostra compatto con Alfano. Il ministro alle Infrastrutture Lupi al Giornale Radio Rai: "Questo non è un governo monocolore del Partito democratico, è un governo di ricostruzione del paese. L'Expò lo conferma. Le reazioni più veementi sono arrivate dal fronte sindacale efficacemente bipartisan: Polverini e Landini. "Il problema della disoccupazione non si può attribuire ai diritti conquistati dai lavoratori bensì ad un sistema economico asfittico incapace di creare nuova offerta di lavoro. Quello che serve, invece, sono misure per stimolare la crescita, ridurre il debito, il cui finanziamento costa alle imprese e i cittadini cifre enormi che potrebbe avere ben altro impiego" Alle volte il brombo marino sembra essere una sostanza di governo. Brunetta il peggiore dei piccoli gufi contro Renzi dice noi non ci comporteremo come fece in quel difficile momento la sinistra ai danni del governo Berlusconi. Pittibimbo si è addormentato tranquillo sulle ginocchia del Banana.