domenica 17 agosto 2014

Due Città

Rimini e Riccione sono ormai divise su tutto. La stranezza è che l'opera che avrebbe dovuto unirle è diventata il casus belli di una separazione più culturale che politica. Si sta tracciando un solco, per i riccionesi basta fare l'esatto contrario del Taglianastri al precario comando e non fare quel poco, ripetuto che lo caratterizza. La divisione sul piano politico costringe il Pd riminese a stringere su Gnassi, sempre poco amato all'interno e di converso l'ipotesi che sia possibile oltre che augurabile il cambio di direzione attuato a Riccione, mette in moto la politica. Intanto nelle sfere pensanti ed esistenti a dispetto di Renzi, si comincia a delineare lo scenario futuro. Gnassi sarebbe l'avversario che tutti vorrebbero affrontare. Le sue noci festanti le ha finite tutte, non si sente nemmeno nel ristorante di casa uno che lo sostenga. Anche il Carlino sembra scrivere a cottimo. Allora, sale sempre più velocemente la figura dell'usato più sicuro esistente: A Te Faz. Tradotto nel dialetto di S.Ermete, il diversamente grande onorevole Tiziano Arlotti. Lo considero, non da oggi, il peggiore avversario da sconfiggere. Se pensate che con una circonvallazione a Corpolò, costata 6 milioni, per di più inutile, ha preso quasi mille preferenze, con un bilancio da 250 milioni, detratti i debiti rimangono 22 ed un comune con 1253 dipendenti a disposizione, compresa Anthea, rischia di stravincere. Meglio lui di qualche cretino scelto dal web. Sembra che il centro-destra, sempre per perdere come tradizione ed accordi, stia pensando al migliore De Coubertin della politica riminese ovvero il Biagini meno avvocato dell'altro. Gli stessi problemi cittadini, hanno avuto approcci diversi. Non riesco a capire, pur conoscendo poco Riccione, secondo uno scienziato grillino, come possano i cugini lamentarsi. Esiste un problema, se non la stronzata dei piedi nudi, che nella città non sia stato affrontato almeno decentemente? I servizi ci sono tutti e di più. In campo sportivo, ad esempio sarebbero in grado di ospitare una piccola olimpiade. A Rimini non è tanto la debolezza delle squadre, quanto l'inadeguatezza e lo schifo degli impianti a dominare. Combattiamo con la merda in mare perdendo come con le puttane. Con gli "abusivi del commercio ambulante" abbiamo schierato 15 militari vestiti da campo, dopo avere provocato per anni ilari commenti sui due vigili in mountain bike costretti ad un percorso infame. Con 15 persone controlli tre bagni. E poi da quanti anni si ripromette di fare una campagna invernale usando intelligence ed anche ..mano dura? Uso sempre per comodità l'esempio del famoso questore che senza tanti proclami in qualche settimana fece sparire le puttane. Non aveva usato le carte da briscola. I problemi di Riccione sono le persone che girano a torso nudo e pensate..senza scarpe tod's o dove parcheggi la bici o l'invadenza chiassosa dei Pr. A Rimini si esulta con le doverose tre pagine carliniane per una festa dei colori, che ha imbrattato spiagge, strade e piazze. A Riccione festeggiano perchè vedono avvicinarsi a grandi passi la chiusura dei locali del Marano. Sono perfino convinto che la questione meriterebbe un'analisi sociologica, studiare l'anomalia che ha provocato la divisione di Due Città partite dallo stesso contesto. In pochissimo tempo sono diventate antitetiche. Una lontananza che le giovani generazioni aumentano, scopri che è pieno di riminesi che frequentano la perla. Lo scambio è inesistente. Una volta le scuole ed il nostro centro erano luoghi comuni, oggi i giovani riccionesi vanno se costretti. E' cambiata la matrice storica. Riccione, vuoi per le limitate dimensioni territoriali, non ha sopportato importanti fenomeni migratori. Rimini ha subito senza reagire una rivoluzione sul piano etnico. La tocchi con mano entrando in un tipico bar. A Rimini i tavoli sono occupati da tunisini, marocchini, albanesi, romeni e ucraini, a Riccione respiri ancora l'atmosfera di trent'anni fa. Le medicine politiche non possono essere più le stesse, il Trc è stata la classica goccia su gomma che ha fatto traboccare un calice già pieno di stronzate.