mercoledì 20 agosto 2014

Finisce tutto in..Gloria

La necessità di una manovra finanziaria in settembre e se piove in ottobre, ormai non viene negata nemmeno dalla Boschi di Pittibimbo. A proposito su quale spiaggia mostra le sue notevoli virtù? I Parlamenti sono un covo di miracolati. La scomparsa dei partiti o la loro trasformazione quando va bene in movimenti di politica meteorologica, rende difficoltosa la lettura degli scenari, tanto sono mutevoli. Come farà a trovare le coperture per la prima trance degli 80 euro? Deve rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale ai lavoratori dipendenti, con sforbiciate mirate e coraggiose alla spesa pubblica, che deve far passare in Parlamento, insieme alle riforme istituzionali. Accadrà? No, non basteranno le grazie delle veline. La briscola mediatica della recessione anche per quest'anno, sembra pari al forfait della Gloria per Gnassi. Nelle piazze è diventato di moda lo sberleffo renziano. Ha smesso di concedersi bagni di folla ed i cittadini hanno iniziato a capire l'inconsistenza del piccolo personaggio fiorentino. La domanda mondiale è ancora troppo influenzata dalla crisi russo-ucraina e dalle ritorsioni a Putin ma si inizia a comprendere che il leader russo ha armi ritorsive altrettanto importanti entrambe nocive per il nostro paese. Anche la Germania inizia a soffrire, niente di paragonabile con il nostro settennale disastro. Nello stesso tempo è impossibile che la domanda interna si riprenda, considerati anche i primi dati della sciagurata stagione turistica che stiamo vivendo. Dare tutte le colpe al maltempo e come dire che non è colpa di Gnassi. In questo scenario, è altrettanto impossibile non cedere di fronte agli imperativi draghiani per una manovra..pensionistica e patrimoniale. E' l'ultima riserva di caccia di fondi e voti. Per uscire dalla crisi occorrono politiche fiscali espansive, una spesa pubblica sotto controllo, una pubblica amministrazione semplice ed efficiente, con un sistema imprenditoriale in grado di attrarre risorse e finanziamenti dall’estero. Hanno impegnato il Parlamento per oltre un mese per consegnarci una vergogna istituzionale e morale. Un esercito di impuniti ed eletti a comando dai partiti per svolgere compiti inutili e ripetitivi. Una vergogna promulgata da N. Ogni calo del Pil sballa i conti e richiede un avanzo primario sempre più alto per restare dentro il vincolo del 3 per cento. Questo è il punto, inutile girare attorno. La domanda è la solita: l'Italia riesce a rimanere nell'euro? Una risposta tanto banale quanto impossibile con un governo guidato dalla Troika. Le difficoltà congiunturali e la paura per una spirale deflattiva che, complici le difficoltà a esportare, diventa un rischio anche per Paesi come la Germania, convinceranno Draghi e la Bce a immettere liquidità nel sistema economico di eurolandia. Una misera bombola ossigenante la nostra moribonda esistenza. Mancano le risorse per fare partire un piano industriale, rimettendo al centro della politica europea gli eurobond. Lo permetterà la Germania che tocca per la prima volta il meno nel Pil? Non credo davvero che possa concedere respiro e flessibilità. L'euro è una invenzione tedesca, compilata e studiata per la loro economia. Noi ci siamo entrati senza nemmeno sapere quale fosse il cambio o concambio. Ci siamo fidati di Prodi, uno che ha sempre anteposto il suo destino personale a quello del Paese.