martedì 19 agosto 2014

La Scie di Renzi

L'agosto nero del Taglianastri e... Pittibimbo. Sarebbe il titolo di un interessante articolo per il Carlino se non fosse impegnato nella missione sociale di risollevare le azioni del Pd locale che stanno scivolando verso la non quotazione. La Gloria a dispetto di un cachet (promesso) lunare, tanto che solo Mirra è riuscito a vederlo, ha dato forfait, mentre il debito pubblico e locale ha raggiunto nello sversato mese d'agosto vertici disastrosi. La più carina è la proposta, sempre di un Sindaco, di rimandare le scuole ad..ottobre per allungare la stagione estiva troppo piovosa. Il grido di dolore e soldi poteva lasciare indifferente il nostro provveditore alle feste? E' balzato sul carro della proposta come ha fatto con quello renziano. La ferita ed il bruciore della Gaynor, può essere lenito da un'altra stronzata. Occorre però che Pittibimbo conceda altri 80 euro per le vacanze, per quattro giorni a Rimini hai anche il resto di una birra. A dicembre, se non nevica in montagna, cosa facciamo? Assomiglia al decreto sul meteo riminese. Siamo a quota debitoria di 2.168 miliardi, possiamo fare meglio mentre le entrate tributarie, anche a rate, calano del 7%. Il panettone per Renzi è a rischio, parola di Grillo, non è in grado di fermare la Troika e salterà prima di Natale. Per salvarsi dovrebbe trovare il coraggio di ridiscutere il debito con la Germania. Ma perchè Cagnoni non lo ...discute con i cittadini, magari quelli eletti consiglieri? Come si sa, questo è un Paese in cui le cose serie come gli spettacoli si decidono a ferragosto. Si chiude tutta la Marina, si vendono migliaia di biglietti, si concedono patrocini, come ai civivo e poi ....Gnassi non c'entra, non ha colpe. Se l'anziana neretta arrivava, cantava divinamente e la gente applaudiva, sono strasicuro che una capatina al microfono il Taglianastri la faceva. Magari annunciando la famosa I Will Survive, un auspicio per la sua pericolante missione sindacale e politica. Al rientro, gli italiani trovano il piatto velenoso delle sorprese fiscali. Si arriverà alle famose pensioni, non rimane altro. Il clima politico è mutato, da giugno i poteri forti o semi, mostrano una insofferenza per il Pittibimbo. Le contestazioni arrivano, senza mostrarle, la stampa di regime usa metodi da ventennio. La corazzata Espresso-Repubblica, lo Scarparo, i mugugni incomprensibili di Mapei, Corrierone, Sole, Cottarelli annunciano cambio di direzione. Il travolgente ed inaspettato successo delle europee sembra abbia quasi indebolito la potenza renziana. Il dramma è che non esiste opposizione, quella storica è nel governo ormai ufficialmente, l'altra si dedica alle passeggiate, selfie e purtroppo alla politica..estera. La paura per Renzi ha le sembianze di un Draghi, il vero esecutore per i poteri che comandano in europa e nel mondo. Di lui si fidano, il preannuncio del licenziamento è arrivato con la bacchettata: caro Renzi, non mi incanti con la riforma del Senato, sono altre le riforme che devi fare e sottinteso, neanche tanto dissimulato, altrimenti togliti di mezzo. Come il clone riminese, ha sprecato le sue occasioni. Gli americani eccetto Bono lo detestano per le sue aperture a Putin, la Merkel non lo digerisce, la Buba gli darebbe fuoco, la finanza che sogna di avventarsi sul peculio berlusconiano non gli perdona il tentativo (riuscito) di salvare il Cavaliere. Gli rimane la Boschi, è ancora tanta roba, ma è un voto.