domenica 10 agosto 2014

Tre palle cento lire

Nel comico luna park della politica italiana hanno allestito la più banale della gare di tiro al bersaglio. La spesa è quella classica: tre palle cento lire, convertite in euro al cambio di Draghi. Il bersaglio è Pittibimbo, ossia il più osannato e premiato leader del Pd. E' diventato un gioco di società, la riforma del Senato dei nominati ed impuniti è molto peggio di quella originale di Gelli, ma ha permesso ai 183 votanti di baciare la Boschi, qualcuno si arrischiato anche con la Finocchiaro che si è guadagnata la nona elezione. Non è siciliana per niente. Le dure parole di Mario Draghi sono una sveglia per il premier. Basta occuparsi di Senato e di Italicum, ci vogliono riforme sostanziali come quella del lavoro. Il rischio è vedersi commissariati nel giro di pochi mesi, con tanti saluti al paese dei balocchi. La ricreazione è finita, l'aveva annunciato per primo, occorre riconoscerlo, Barbapapà, forse angosciato per le sue azioni che subiscono delle riduzioni dopo i fallimenti renziani. Divertenti le slides, simpatica idea le bamboline da piazzare in lista e nei posti che contano, belli i comizi e gli slogan. Però ora ragazzini, se volete continuare a giocare così, per favore fate un passo indietro, lasciate i comandi della nave a chi sa manovrare e continuate pure nella vostra stanza dei balocchi con le vostre splendide veline. La dichiarazione della preferita Boschi all'indomani del voto casalingo in Senato è da inserire nella bacheca della storia del partito. Ha ringraziato tutti eccetto il Banana il vero vincitore della venerabile riforma. Dalla Banca centrale europea è arrivata una delle più cocenti bocciature dell’Italia e del governo italiano che si ricordi negli ultimi anni. Un paio di schiaffoni ben assestati di quelli che si danno ai bimbi quando fanno perdere proprio la pazienza. Lo ha fatto con parole chiare e toni sfumati il numero uno della Bce, Mario Draghi. Non aveva indossato per l'occasione la divisa d'ordinanza, per bastonare Renzi non servono compassi e grembiulini, è proprio un bambino al quale hanno consegnato un giochino pericoloso. Tanto non conta niente. Il banchiere della Merkel ha spiegato a Pittibimbo che non è affatto vero il mantra secondo cui le cose qui non vanno perché non vanno in Europa. Nei Paesi che invece di annunci via slides le riforme sono state fatte davvero, l’economia funziona a meraviglia. In altri Paesi no, perché si parla, si parla, si parla, ma non si combina mai un fico secco. Bisognerebbe fare investimenti pubblici e privati per aiutare la crescita. Si dovrebbero abbassare le tasse, favorire i consumi, rimettere in circolo denaro e creare posti nuovi di lavoro. Sembra che il governo adotti la politica Aquarena, si ciurla nel manico delle riforme per oscurare fallimenti epocali. La mia impressione che il Magnifico sia già cotto al pari della rosolatura di Herrani, per Renzi sarebbe solo questione di tempo, ma il paese non lo può concedere.