mercoledì 20 agosto 2014

Il Cancelliere ci ha detto: Forsan et haec olim meminisse iuvabit

Lo confermiamo anche noi, vecchi di cento esperienze e battaglie (quasi sempre perse...ma con onore) di fronte allo sfacelo di questa città ci sentiamo spesso impotenti e depressi. Ci conforta il sempre maggiore afflusso di lettori, ormai il doppio dell’anno scorso (diciamolo: 600/800 accessi al giorno non sono una bazzecola...). Ma non basta...è possibile che tutto quello che accade scalfisca solo superficialmente la crosta di questa città che sta andando in rovina? Possibile che ogni cosa (i miliardi di debito, le ridicole figure, la povertà che avanza ormai inarrestabile) debba riscontrarsi solo per poche righe sulle fotocopie? Beh? Oggi, diciamolo pure, ci ha preso un po’ di malessere esistenziale. In fondo perché faticare tanto scrivendo tutti i giorni? Se al posto di un Gnassi “post Gloria Gaynor” ci troveremo un Arlotti “pre Corpolò” cosa cambia? Abbiamo deciso di chiedere, come i malati terminali, un parere a un luminare. Un luminare della vita: il nostro Cancelliere. Ci ha risposto con quattro parole latine sul telefonino: “Forsan et haec olim meminisse iuvabit”. Oops! Però per fortuna c’è Internet. Abbiamo subito scoperto la traduzione della frase che viene dall’Eneide e che significa: “Forse un giorno sarà utile ricordarci anche di queste cose”. E con questa frase così inusuale (almeno per noi) abbiamo scoperto il senso di quello che tutti i giorni facciamo. Contro un potere e una casta (apparentemente?) inossidabili. Andiamo avanti...nonostante Gloria Gaynor e Gnassi e Jamil e lo sdelegato ecc. ecc. . La Redazione