venerdì 29 agosto 2014

L' Altra Berlino

Il mio grande amico, dall'infanzia, si chiama Giorgio detto il "Nero" fino a quando non ha deciso, quasi 50 anni fa, di andare a Berlino per seguire la bella Irene. Tornava tutti gli anni, prendeva un pò dell'originario colore, poi sbiancava nella Città del Muro. Ha ottenuto, negli anni 70, un permesso per una bancarella nel famoso Ku'damm, sul quale negli anni d'oro "murati" transitavano quasi venti milioni di turisti, molti di più della Città Eterna. Sono rimasti in due ad esercitare il mestiere dell'ambulante ma perfettamente in regola. Le loro licenze sono tutelate dalla germanica sovrintendenza, come testimoni commerciali del passato. E' l'unica città tedesca che presumo di conoscere avendola visitata spesso. Prima e dopo la cura demolitoria. Devo dire che per molti berlinesi la caduta del muro sponsorizzata da Woityla e dall'immancabile Cia è stata una delle più grandi sciagure che potevano subire. Da città fortemente assistita, modello del capitalismo occidentale da contrapporre alla miseria comunista, è diventata meta di un esodo biblico senza scafisti. Aggredita dalla mole di parenti ed amici che il muro divideva. In particolare 17 milioni di poveri presunti comunisti, si sono riversati dall'altra parte, provocando un terremoto sociale che solo una solida economia ha potuto affrontare. A Berlino, ma un pò in tutta la Germania, temono un ritorno a quegli anni duri. I cassonetti dell'immondizia, mi racconta Giorgio, non vengono più portati via. Non perchè l'Hera teutonica non funzioni, anzi, guadagna molto meno ma passa tutti i giorni differenziando stupendamente. La ragione è che sono sempre vuoti. I rifiuti vengono assaltati da cittadini vestiti...bene o quasi. Non è sporca propaganda stile ucraino-americano. Sono in tanti che addossano la colpa a quel periodo della cosiddetta unificazione delle due germanie, mondi diversi con una differenza sociale ed economica spaventosa. Una situazione che il nostro paese affronta malamente dall'impresa di Garibaldi. Preoccupano le vendite all’estero, con il rallentamento delle esportazioni verso la Russia, oltre a un calo della domanda proveniente da Usa e Cina. A questo punto, con la produzione ai minimi, sarà difficile centrale una crescita del 2% del Pil prevista dalla Merkel. La previsione che il prodotto interno lordo di questo trimestre potrebbe registrare una crescita zero ha provocato il panico. Fanno ridere i tedeschi, quando non giocano a calcio, noi siamo decresciuti da ormai nove anni e per suicidarci andiamo in Svizzera. In ogni caso, mi racconta il mio amico Nero, niente è paragonabile al nostro paese disastrato e concesso in comodato gratuito a Renzi. Tutto funziona stupendamente: scuole, asili, teatri, sport, trasporti, burocrazia e..  cimiteri. Il Nero è arrivato lunedì, mi ha chiesto cosa fosse successo in spiaggia.