lunedì 10 dicembre 2012

Fatto Bene

Silvio Berlusconi toglie la fiducia a Monti, si riprende la scena politica aprendo la crisi di governo. George è stato costretto a convocare al Quirinale i leader di partito, i presidenti delle Camere e lo stesso Mario per cercare una via d’uscita, il centrosinistra, colto come sempre di sorpresa, accusa l’irresponsabilità del Cavaliere. La sua non è stata una scelta avventata, per il Paese non cambia niente eravamo commissariati prima, lo rimaniamo adesso e dopo. Ha riconquistato il palcoscenico perduto con un brevissimo comunicato, ha mandato a fanculo le primarie di Alfanetto e i manifesti della Meloni, in pochi istanti ha ricordato alla truppa che il padrone è lui. Attenzione a sottovalutare questo passaggio, certo non siamo più ai fasti del predellino ed ai sedici milioni di fans, rimane un probabile arresto elettorale della discesa del partito. Avrà poco da cantare in piacentino il caro Pigi, per lui è il più brutto avversario che poteva capitargli. Berlusconi torna il protagonista della scena politica, il partito di repubblica lo descriveva come un leader stanco e sfiduciato che scendeva dal cielo a Milanello e rincuorava il fantasma di Pato. Pronto a lasciare l’Italia e la politica, magari per trasferirsi in Africa, tornato innamorato dopo i recenti soggiorni nel resort kenyano di Briatore. Nel bene o nel male, oggi si parla ancora soltanto di lui. Mette a tacere critiche e dissidi interni al Pdl, i giornali avevano raccontato di fazioni armate, scontri tra correnti, prossime scissioni. Tutto vero. Ma al primo cenno del Cavaliere i dirigenti del partito si sono tutti riallineati, Si dice che qualche deputato possa presto lasciare il Pdl. Per il momento tengono banco le numerosissime dichiarazioni di stima ed affetto giunte all’ex premier da quasi tutti i parlamentari. Ha spiazzato i centristi alla Caltagirone, Smonty e Fini, il progetto per riportare il Bocconiano al governo ha subito uno stop inatteso. Se si andrà a votare, come sembra, in tempi brevissimi, l'unica alternativa per l'Udc è lo scandaloso asse con il Pd e l'Orecchino barese. Adesso B accelera la fine della legislatura, cancella di fatto le primarie e sconfessa il suo delfino, perfidamente lo spedisce davanti alla stampa per annunciare la notizia. Blocca i suoi processi, il partito di repubblica racconta che potrà contare sul ricorso sistematico al legittimo impedimento per il processo Ruby. Cerca di strappare l’election day ed archivia definitivamente la riforma della legge elettorale. Il Cavaliere non lo può dire, ma dal suo punto di vista e da quello di Pigi, il Porcellum è il miglior sistema per andare al voto. Con l’attuale legge i movimenti centristi pro-Monti perdono qualsiasi prospettiva. Le liste dei candidati vengono preparate a tavolino nelle sedi di partito. E con il premio di maggioranza al Senato, attribuito a livello regionale, c’è una discreta possibilità di riuscire a pareggiare. Lasciando a Bersani e Vendola la patata bollente di una maggioranza risicata. Il Professore di Varese potrà anche candidarsi, ma al momento non ci sono liste per sostenere il presidente del Consiglio. I sondaggi relegano l’Udc e Futuro e Libertà a percentuali poco generose, così come il movimento del ferrarista per poco. Avvia la campagna elettorale prima degli altri, bruciando tutti sul tempo. Il messaggio con cui vuole presentarsi agli italiani, per la sesta volta, è di forte critica nei confronti del governo Monti. Una nuova discesa in campo contro il governo delle tasse, guarda caso lo strappo avviene proprio nei giorni in cui tanti italiani devono pagare la rata dell’Imu. Alla faccia della rottamazione. Non abbiamo ancora parlato del destino di Renzi, non è cosa da poco.