lunedì 24 dicembre 2012

Sono Spariti i Russi



Rimini, sono spariti i russi? Sarà un’impressione o forse un caso ma negli ultimi due mesi abbiamo avuto la netta percezione che il numero dei turisti russi presenti nella nostra città sia drasticamente diminuito. Questo non può dipendere solo dalla “stagione bassa”. L’anno scorso nello stesso periodo il nostro Corso era pieno delle loro figure inconfondibili. Specie le femminili. Quest’anno invece pare si siano volatilizzati. Forse non è proprio del tutto così, ma il calo si vede. Pessima notizia per una città disastrata che negli ultimi anni sbandierava il turismo russo come l’ultima grande conquista. Se si fosse davvero perso questo turismo, per la Rimini “gnassiana” ci sarebbe poco da stare allegri. Venendo alle cause del fenomeno è probabile che il dissesto dell’aeroporto riminese abbia un suo peso. Bisogna però dire che stavolta le colpe non sono solo della nostra città . Nonostante essa si dia da fare per diventare sempre un po’ più squallida e stracciona. Infatti da qualche tempo l’Europa ha scatenato una specie di “guerra dei visti” contro la Russia, rallentando in modo vistosissimo il loro rilascio. Questa guerra fa parte delle grandi pensate degli eurocrati di Bruxelles contro l’ingombrante vicino ed è diventata palese dopo la vicenda delle “eroine” Pussy Riot, che, per dirla tutta, sono eroine da noi, in occidente, ma molto meno eroine per i russi e per quelli che anche da noi, aldiquà del confine, abbiano ancora un po’ di cervello. In ogni caso, come si direbbe in politichese, il concomitante effetto di degrado della città e le guerre esterne di Bruxelles ha portato a questo bel risultato: il prezioso turista russo, almeno a Rimini, sembra diventato un uccello raro. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i cinque fenomeni (due femminucce e tre maschietti) che si stanno affrontando nelle primarie del PD. Affaccendati come sono a disquisire sui massimi sistemi e sulle sorti del mondo, forse è un argomento per loro troppo banale. Ci piacerebbe però conoscere la loro opinione, visto che non si sa bene per quale ragione o merito uno o due di loro potrebbe finire in Parlamento.