sabato 15 dicembre 2012
Non Mi Piace
Il PD, assieme agli altri partiti seduti in parlamento, non ha voluto
approvare la riforma dell’attuale legge elettorale e oggi tenta di verniciare
le liste del porcellum con una mano di pseudo-democrazia. Già, perché presto
scopriremo che ci sarà una quota di cavalieri nominati/garantiti e una quota di
fanti da far sbranare tra di loro. Gli uscenti locali sono Sergio Zavoli, e l’
Elisa Marchioni. Il primo è un tipico esempio di rinnovamento del PD, che se da
un lato si sente un giovanotto in grado di aiutare il Paese con nuove idee,
dall’altro non si sente così arzillo da poter affrontare il vaglio delle
primarie con annessa e quasi scontata decapitazione politica. Tenta perciò la
ricerca di un posto vip, uno di quelli in prima fila con scritto “riservato”.
Come lui, sicuramente, qualche altro uscente tenterà la carta della nomination.
La seconda, sempre nominata nella sua brillante carriera politica e mai
cimentatasi con la raccolta di voti, chiede aiuto a qualche capo corrente
romano oppure spera che non ci siano altre donne a farle concorrenza. In caso
contrario, data la sua evanescente presenza politica, dovrà anche lei tornare
al suo lavoro. Cosa diversa, invece, vale per i tanti pretendenti nostrani.
Imola, Biagini, Gobbi, Ravaioli, Zerbini, Lanzetti, sono solo i primi nomi
usciti fuori per una corsa che si preannuncia irta di ostacoli. C’è chi vuole
scappare dalla Giunta per non avere a che fare con i disegnini del sindaco e
chi vuole rimettersi in gioco perché caduto nell’oblio. Sta di fatto che, dopo
la vittoria di Bersani, tutto ha un sapore un po’ retrò e di novità se ne
vedono ben poche. Al PD riminese toccherà un parlamentare o due? Le primarie
saranno vere o pilotate dal solito regolamento ad ostacoli? Sono ancora troppo
pochi gli elementi per capire come andrà a finire questa partita: l’unico dato
certo, per oggi, è che l’Emma, come al solito, ha ripetuto bene la poesia che
le hanno insegnato a Bologna