lunedì 10 dicembre 2012

Il Progetto del Porto

Quando dissi a Gnassi, come assessore al demanio, che la sua creatura Turquoise era una cazzata, mi sono sentito rispondere dal Vice Sindaco Melucci che non era possibile si potesse fare solo quello che volevo io, forte dell'appoggio dei due assessori Gamberini ed Arlotti ed ovviamente del Sindaco Ravaioli. Il tema posto riguardava anche allora l'assenza di una programmazione complessiva, si veleggiava dietro le tendenze senza partire da aspetti funzionali come l'organizzazione della spiaggia. Occorre ricordare a Melucci, fuori da ogni gioco primariale, relegato sontuosamente in regione, che fu proprio la mancanza di una elementare strategia che bocciò sul nascere il suo Parco Spiaggia, mai uscito dai cassetti. Sono partito con questo ricordo, perchè nel Progetto del Consorzio del Porto si ritrova lo stesso spirito fallimentare, con l'immancabile Gnassi pronto ad alzare le dita vincenti ed entusiaste. Non voglio certo affermare che i Grattacieli di Melucci siano meglio, ambedue le iniziative scontano il peccato di non essere inserite in nessun contesto urbanistico. E' vero che anche in questa amministrazione oltre alle chiacchiere interrogative o mozioni, le uniche delibere arrivate sono varianti in corso d'opera per lavori che non avranno mai fine. I Maya non c'entrano un ca..sono scarsi gli indigeni del locale governo. Prima della burlesca invasione dei bigoli griffati melucciani, portati in esposizione a Londra, mi occupai dell'area portuale, l'idea iniziale partiva da una MarinaCentro simbolo della Città da Miramare a Torre Pedrera e nel contempo punto di partenza per un'asta fluviale di collegamento con il Centro Storico. Qualcosa di grande ed importante, in sinergia con l'ambito portuale, darsena compresa. Nel progetto presentato, ovviamente questo manca, non per colpa dei progettisti o degli operatori, ma di chi doveva eseguire un Piano del Porto più volte annunciato, mai realizzato. Una catena di incompiute, dal piano strategico a quello strutturale, buttando in mare l'unica progettazione complessiva realizzata a costo zero dagli Uffici Comunali, presentata al Club Nautico dall'Ing Dalprato, circa dieci anni fa. L'assenza di una impostazione generale determina la nascita di improvvisazioni che possono anche colpire l'immagine frettolosa con le stupende slide, siamo nel campo dell'improvvisazione becera. Si mantengono campi da tennis che possono essere spostati ovunque, compreso il pattinaggio, un verde anonimo al posto della rotatoria, il delfinario disegnato in grigio per nascondere i cetacei ed il vicino Porto trattato come fosse l'Ilva di Taranto. In questo squallore non si parla di collegamenti con S.Giuliano, si nega la capacità attrattiva dell'opera mantenendo lo stesso numero di stalli, con gli antichi collegamenti da strade secondarie. Il pessimo quadro si aggrava con una pletora di manufatti che non si capisce a chi siano legati, manca un punto di riferimento come una grande piazza con il monumento alla saraghina. Insomma un inno al restyling molto costoso, non certo un punto di arrivo per una Città bisognosa di colpi vincenti e non ruote panoramiche. Un investimento che si potrebbe giustificare solo augurando moltiplicazioni pazzesche della clientela, pensando ad un uso annuale, compresi i grandi eventi. Un discorso a parte, forse più crudele, va fatto per la parte dedicata alla spiaggia, risulta chiarissimo che è stata appiccicata all'ultimo momento, dal gradone per relazionare la piastra con la sabbia dei bagnini cinesi e scimmiottare il Modello Grand Hotel che porterebbe ad un muro di cabine di seicento metri. Chiudo auspicando che solo in presenza di interventi epocali si potrebbero bypassare i problemi demaniali esistenti, dalla Bolkestein che lo potrebbe consegnare in mano ai temuti asiatici, fino al conflitto con lo Stato al quale si dovranno rimborsare una decina di edifici in proprietà. Il Museo della Città è già pieno di questi reperti progettuali. 
 sandro baschetti