lunedì 3 dicembre 2012

Proroga

L'amico Cancelliere, ispiratore dei nostri articoli finanziari e protettore professionale delle querele di area democrat sempre in agguato, ci ha imposto di non rompere più le palle (sue) con la Spiaggia intesa come terra di conquista di bagnini e chioschisti, spalleggiati dal pidi e gli altri compari in via d'estinzione. Abbiamo ottenuto a fatica una deroga per potere parlare della Proroga che il quotidiano locale in quota Bersani, locandineggiava festoso come cosa fatta. Cosa è successo? Siamo stati i primi a parlare di quello che era avvenuto nelle aule parlamentari prima dell'ingresso trionfale dei duecento grillini. Abbiamo narrato del cammino istituzionale dei quattro emendamenti tra i quali era ricompreso anche quello di Gasparri, tesi, ipotizzando periodi diversi, alla Proroga delle concessioni demaniali. Abbiamo raccontato del parere negativo espresso in V commissione Bilancio, interessata in merito dalla X commissione industria commercio e turismo. Rimane evidente che l'accoglimento dell'emendamento Gasparri (tre mesi poi scompare), rimane fortemente delegittimato sotto il profilo formale, scaricando sul Governo la responsabilità di dare vita ad una legge in contrasto con le norme europee, passibile di multe miliardarie che l'europa potrebbe infliggerci, pagate dai cittadini italiani. Se questa è la cronaca, la realtà è più complessa. Una indefinita normativa con scadenza al 2045, rende impossibile la gestione del demanio marittimo. Il primo problema è come formalizzare nel codice della navigazione questo diritto d'insistenza che si troverebbe in forte contrasto con il principio generale, presente nello stesso articolo, che concede l'assegnazione della concessione a chi persegue il maggior interesse pubblico. Inoltre se questa norma viene assunta come transitoria, va ragionato anche sui probabili e possibili cambi d'intestazione delle concessioni. Non può essere che, per evitare la scadenza del 2015, si inneggi alla continuità, tipicità e poi di fatto si concede la possibilità di acquistare una concessione con il solo scopo di affittarla al miglior offerente, sancendo la vittoria del parassitismo speculativo. In fondo ma primo per importanza, arriva il tema dei canoni. Dovrebbe essere fatto un discorso congiunto alla eventuale (poco) Proroga, partendo da quali competenze si affidano in materia ai comuni. Ad esempio la possibilità di stabilire le tariffe sia sul piano economico sia su quello delle modalità, onde evitare che un bar-ristorante continui a pagare in spiaggia 500 euro. In attesa dell'incontro con la Petitti, ci rivolgiamo ai cittadini elettori che pensano ancora di sentire profumo di sinistra dalemizzata. Cosa ne pensate? Ben lieti di ospitare le vostre impressioni, senza iscrizioni alle primarie.