mercoledì 5 dicembre 2012

Un Nobel

Quello che fa piangere e nel contempo inietta sangue agli occhi è l'entusiasmo pari a quello che aveva accolto i suoi predecessori negli ultimi vent'anni. In ordine di scomparizione: Occhetto, Prodi e Veltroni, mandati via dallo stesso partito a calci in culo. Credere che questa volta sia diverso ci sembra miopia strumentale, non bisogna scomodare nessun premio nobel della politica, basterebbe il Letta di Rimini per capire che il P.D. è un esercito di correnti pensate ed organizzate fini a se stesse. Il capo di turno è destinato a diventare il capro espiatorio delle colpe dell'attuale sistema partitico, che nulla c'entrano se non addirittura in contrasto con gli interessi del Paese. Per ritornare credibili o rifarsi verginità violate, c'è sempre la necessità d'inventarsi un nuovo capo. Bersani è andato a Siena senza parlare del Mps di casa, a Milano silente sul compagno Penati, a Bologna niente da dire sulle.. segretarie. La colla è questa, lo dimostra il fatto che post comunisti e democristiani, teoricamente diversi in tutto, si sono tranquillamente fusi. Avete pensato che le parti più furiose contro Renzi erano quelle a lui più vicine ideologicamente, perfino la Marchioni era per Pigi. Il 99% del partito contro Matteo, il suo è stato un miracolo politico, non crediamo abbia coraggio per trasformarlo in tragedia elettorale per gli Altri del Pd. Cosa c'entrava il Nuovo con l'Apparato erede del centralismo democratico? Niente, ha perso come da ovvio pronostico, adesso sono cazzi amari per i due poveri virgulti riminesi che hanno avuto coraggio da vendere e nessun posto da perdere. L'esercito composto da pochi generali, tanti colonnelli e migliaia di caporali sindacali, associativi, professionali, cooperativi ha stritolato le speranze. La partita non è stata inutile era una amichevole (?) autunnale, in marzo si decide lo scudetto, stanno tentando di prescrivere Grillo, diventato l'ultima minaccia, anche se siamo convinti che Bersani, con la sua debolezza, stia resuscitando gli appetiti del Cavaliere. Ma la vera ed unica minaccia è Beppe. Abbiamo riscritto solo alcune ragioni per votarlo, quando leggete D'Alema capite le rimanenti.
P.S.
Abbiamo apprezzato le parole di Vitali&Gnassi, due grandissimi fiutatori. Non siamo stati noi a scrivere la nota di Biagini, forse l'ha copiata.
I Chioschisti cambiano ombrellone: da PariConfesercenti a BugliCna, siamo alla riduzione del danno.