sabato 8 dicembre 2012

Tora Tora

Era la notte dell'Immacolata tra il 7 e 8 Dicembre del 1970 quando l'allora “principe” Junio Valerio Borghese, già comandate della Decima Mas e confidente dei servizi americani durante la repubblica sociale di Salò, diede il via a quello che fu allora definito come il “golpe dei forestali”. Un manipolo di fascisti, con la supervisione di un gruppo di ordinovisti e avanguardisti si introdusse nell'armeria del Viminale sottraendo 200 tra pistole e mitragliette mentre a nord il tenente colonnello Amos Spiazzi, diretto verso Sesto San Giovanni tentava la spalla al maggiore Luciano Berti piombato da Cittàducale nella Capitale con 187 forestali per occupare gli studi Rai di Via Teulada. Inaspettatamente il “principe” nero nel cuore della notte diede il contrordine: “camerati tutti a casa!” I giudici di allora, in via definitiva, il 29 novembre 1984 al processo, di fatto optarono per l'assoluzione di tutti i golpisti definendo il golpe come un “conciliabolo tra quattro o cinque sessantenni”. Bisognerà attendere le inchieste sulla strage di piazza Fontana del giudice istruttore Guido Salvini, per ascoltare le registrazioni integrali, che non più depurate dagli ordini politici dell'allora ministro della difesa Giulio Andreotti, svelarono la vera pericolosità dei cospiratori. Il golpe, foraggiato dal costruttore Remo Orlandini, dalla famiglia Piaggio e dall'allora re del caffè Tubino oltre al rapimento del capo dello Stato Giuseppe Saragat per mano della mafia in appoggio agli uomini della P2 di Licio Gelli, prevedeva l'uccisione del capo della polizia e la deportazione di tutti gli oppositori politici. Provate voi, poco prima di andare in pensione, a portar via 200 Mab dal Ministero dell'interno e passare per burloni.
nuvola rossa