lunedì 4 febbraio 2013

Retrospettivo

La prospettiva per cui mi batto da quasi trent'anni, si basa sulla constatazione che il modello turistico di Rimini costruito sulle elementari ed abusive logiche del FAI DA TE è finito con le mucillagini e con le barriere di Zavatta per fermarle. La politica imperante in quegli anni era legata ai salotti contaminati dal sessantotto, con i quali non avevo nessuna poltrona da spartire. Mi sono scontrato, ho perso, sono tornato alla professione bancaria, non ancora inquinata dal montismo. La mia nuova discesa in politica si legava alla ingenuità od errore di credere che il Partito Comunista si fosse davvero trasformato in un soggetto riformista, liberale, approdato nell'alveo del socialismo europeo. Troppi errori in una volta. Non era cambiato niente, anzi l'apparato si era rafforzato, avvelenando il quadro organizzativo con elementi e strutture che hanno prodotto i Gnassi e non era il peggio. Nella mia prima esperienza durata quindici anni fino quasi al termine della Prima Repubblica, i filtri ideologici erano mitigati dalla presenza di alcuni giganti amministrativi come Diotallevi e..Cagnoni da una parte e socialisti come Tiboni, Conti, Riccò che veleggiavano già verso il futuro. Non fate le solite battutine che chiamo Mps. Il ritorno avvenuto con le elezioni del 99, ha subito un impatto, per me nuovo, con la presenza di Ravaioli, che vidi per la prima volta in campagna elettorale quando gli diedero un microfono invece dello stetoscopio. Capii tutto e subito, ero però vigliaccamente sicuro che avrebbe vinto. In compenso c'era Maurizio Melucci, un personaggio double face e forse tripla, ma che accanto ad un prestato e sinceramente inadatto alla politica ha svolto un servizio encomiabile. Per Gnassi ne servirebbero almeno tre per farlo sembrare un normale Sindaco di Riccione. Tira una brutta aria per il Nazzareno della Polisportiva. Ho usato anche grande pazienza, una delle troppe virtù che non possiedo, cercando di costruire con discreto successo il mio ruolo di capogruppo diesse. Per chi come il sottoscritto si è allenato in palestre consiliari di ottima fattura, non ci è voluto molto per adeguarsi al ribasso, tanto che oggi non si convocano per vergogna. La definitiva rottura fu quando compresi non solo sulla mia pelle, ma su quella della Città e del partito che quel rafforzamento politico che avevo contribuito a costruire, veniva utilizzato in meri termini di potere. Le stesse categorie economiche finivano per essere piegate ed addomesticate fino ad arrivare ad una cortigianeria ripugnante. La sconfitta di questo scenario sciagurato per la Città non è avvenuta elettoralmente, la vittoria dell'ultimo rappresentante la scuola comunista ne è la spiegazione. Crolla la Città, senza seppellire i colpevoli, quelli che aprono i chiusini per capire. Il dramma si chiama PRODOTTO TURISTICO, inteso come offerta strutturale di sistema, da quì passa l'ipotetico rilancio di Rimini. Non sappiamo più a chi rivolgerci, per il voto siamo a posto con la coscienza lo parcheggiamo convinti sul MoVimento, sul dopo nutriamo qualche preoccupazione. Non c'è più nel nostro territorio un settore di riferimento turistico allargato al generico commerciale, su cui conviene investire, le cattedrali sbagliate della Murri e Novarese sono una testimonianza degli errori commessi. Non è servito nemmeno imbottirle d'appartamenti per farle partire, la categoria, cambiando molti degli antichi interpreti, che può suonare una musica diversa è rappresentata dai Bagnini. Hanno in concessione l'unica risorsa riminese per quanto infestata di abusi, da questa fascia si deve partire per la rivoluzione urbanistica e culturale con chi vuole scommettere sul futuro. Una spiaggia moderna garantisce rendite corrette pur appesantite da canoni demaniali in linea con il mercato. Non rapportabili a quando con un stagione si compravano due appartamenti, mentre un operaio doveva farsi un mutuo trentennale. Non hanno voluto usufruire delle possibilità che l'originario Piano Spiaggia offriva, lo hanno deriso e cancellato, oggi sono bindellati....non tutti ancora. Possiamo essere annoverati tra le Città normali quando si interrompe il cammino del Piano Strutturale per trasformare i dipendenti in attacchini strategici? Capisco che 5 mila euro facciano comodo a tutti, esiste però un limite etico sotto il quale non puoi abbassarti, Biagio lo ha superato.