venerdì 7 marzo 2014

Il Cancelliere: La Guerra del Gas

Il Cancelliere: Per la Russia ovest solo nemici. Con la presa di potere a Kiev dei “galiziani”, ho già sottolineato, in precedenti articoli, gli Stati Uniti hanno ottenuto un grandissimo successo. Fra poco i loro missili saranno a poche centinaia di chilometri da Mosca e il sogno di vedere un loro uomo al governo della Federazione Russa, al posto dell’odiato Putin, potrebbe avverarsi. Forse molto presto. Da anni, coerentemente, questo schema era stato preparato e adesso si è realizzato. O almeno sembra. Resta l’incognita della reazione russa. Per ora nonostante quanto dicano i nostri giornali è stata molto debole. Altra incognita è quella della cosiddetta “guerra del gas”, ove il nuovo governo “ucraino-galiziano” potrebbe giocare un ruolo di arbitratore anche nei confronti dei suoi sponsor occidentali che non avrebbe mai immaginato. Partiamo dai fatti. Dal 1° marzo ad oggi le forniture di gas russo al di fuori dei confini dell'ex URSS hanno avuto un incremento dell'8 per cento, arrivando a 476,5 milioni di metri cubi al giorno. La quantità di gas importata dalla Naftogaz Ucrainy addirittura è raddoppiata (!), raggiungendo i 45 milioni di metri cubi giornalieri. A chiunque è chiaro che l'aumento incredibile dei volumi del gas destinato allo stoccaggio nei serbatoi sotterranei europei può essere dovuto al fattore ucraino e solo a questo. Infatti, gli europei comprendono a che cosa può portare tutto quanto è successo e sta succedendo nella “nuova marca orientale” appena conquistata. L'Europa si sta preparando alla perdita delle forniture di gas che transitano per l'Ucraina, e Kiev si sta preparando alla chiusura totale del flusso di gas russo: lo dichiarano espressamente tutti gli esperti in materia. Quanto sta accadendo sul mercato del gas, cioè l’aumento degli acquisti, sembra in totale contraddizione con quanto sto dicendo e con le sanzioni che U.S.A. e U.E. si accingono a varare contro la Russia, ma è solo apparenza. Vediamo perché. Teoricamente, la "guerra del gas" potrebbe scatenarsi per diversi motivi: per il rifiuto da parte della Russia di fornire il gas all'Ucraina, dal momento che il paese non lo sta pagando e ne sta prelevando una quantità minore di quella concordata per contratto; oppure per il rifiuto da parte dell'Ucraina di acquistare il gas russo al prezzo di 400 dollari per mille metri cubi; o ancora, se il gasdotto ucraino dovesse andare distrutto per colpa di qualcuno. Eppure, gli esperti non prevedono lo scoppio di una "guerra del gas" e lo stop alle forniture di gas all'Ucraina, almeno per il momento. Non sarebbe conveniente per la Russia. Se Gazprom interrompesse l'immissione di gas nel gasdotto ucraino, perderebbe un terzo delle entrate che le derivano dall'export, pari a 10 miliardi di dollari. Le sanzioni economiche imposte dagli USA renderebbero più complicato l'ottenimento di crediti bancari per le compagnie statali russe, e Gazprom non avrebbe i soldi necessari per la costruzione del South Stream. Quindi gli U.S.A. hanno ottenuto già un grande successo con l’esplosione della crisi a Kiev e la vittoria “galiziana”: bloccare il South Stream. Però, di contro, (e questa è l’incognita…) l'Ucraina e l'Europa, secondo gli esperti, potrebbero resistere solo fino al prossimo inverno. Come è noto, il gas russo arriva in Europa non solo attraverso l'Ucraina, ma anche tramite il North Stream. Se si bloccasse il trasporto del gas attraverso l'Ucraina e si facesse funzionare a pieno regime il North Stream, l'Europa riceverebbe circa i due terzi dei volumi stabiliti per contratto. La discontinuità nella fornitura del gas, secondo esperti, sarebbe avvertita solo in Slovacchia e Cechia. All'Europa restano ancora le riserve di gas nei giacimenti di stoccaggio sotterranei e sul mercato spot. Inoltre, pur pagando parecchio, si potrebbe comprare il gas liquefatto dagli U.S.A. (guarda guarda!) e dal Qatar. Nel complesso, se non salterà il gasdotto ucraino, prima dell'inizio del prossimo inverno non bisognerà aspettarsi una "guerra del gas" vera e propria. E questo perché si sta comprando più gas russo in previsione della crisi e dell’embargo americano. In altre parole, si riempiono i serbatoi prima di far chiudere o distruggere le pompe erogatrici. Eppure, già in autunno la questione tornerà a farsi urgente, perché sarà necessario iniettare il gas nei giacimenti sotterranei di stoccaggio dell'Ucraina, di modo che nella prossima stagione invernale il gas per il riscaldamento sia sufficiente per tutti, per l'Ucraina stessa e per l'Europa. Il fatto è che formalmente il gas russo arriva in Europa attraversando il territorio dell'Ucraina, ma in realtà le cose stanno diversamente. Durante l'inverno l'Ucraina pompa il gas verso l'Europa proprio dai suoi serbatoi sotterranei, poiché essi sono situati vicino alle frontiere con l'Europa. Invece, il gas che arriva dalla Russia, apparentemente diretto in Europa, in realtà viene prelevato dall'Ucraina per il proprio consumo interno. Lo schema, dunque, è il seguente: l'Ucraina deve trasmettere all'Europa dai suoi impianti UGS (Underground Gas Storage) esattamente la stessa quantità di gas che ha prelevato alla frontiera con la Federazione Russa. Di conseguenza, se l'Ucraina non pompa nei suoi UGS un volume di gas sufficiente, vi è il rischio che si interrompa il transito del gas verso l'Europa e che Kiev non rispetti i suoi obblighi di paese di transito. L'Ucraina in questo caso non risentirebbe in alcun modo della mancanza di gas, perché Kiev continuerebbe tranquillamente a prelevare il combustibile dal gasdotto al confine con la Federazione Russa. L’unica strada, quindi, è cominciare ad accumulare le riserve sotterranee di gas già alla fine dell'estate. Temo che il governo rivoluzionario di Kiev, non consideri affatto la questione (anzi, possa vederla come un’occasione in più). Perciò possiamo prevedere con tutta probabilità una grave crisi del gas per il prossimo autunno. A meno…a meno che gli U.S.A. (e la U.E.) non riescano, a breve termine, nell’ultima (e più difficile…) parte della loro strategia. “Uccidere” politicamente…ma anche non solo…- Putin e mettere un nuovo Eltsin alla testa della nuovissima grandissima colonia euroasiatica che, provvisoriamente, potrebbe mantenere il vecchio nome: Russia.
 Il Cancelliere