sabato 19 luglio 2014

Il Bando dell'Aeroporto

Il bando per la gestione dell'Aeroporto dimostra finalmente tutta la potenzialità del nostro scalo, avvilito, penalizzato dalla prepotenza bolognese e dalla stupida volontà di proseguire da soli una gestione fallimentare. Il cosiddetto co-marketing è il termine che spiega la situazione. Dovevamo pagare per volare. Al pari delle altre nostre opere si è trasformato in idrovora di pubblico denaro. Molto meno del Palas o del prossimo Trc, però la sua parte l'ha fatta bene. Il nostro scalo ha una peculiarità unica rappresentata dalla lunghezza e sicurezza delle piste e dalla vastità di aree libere attorno. Ci voleva molto poco trasformarlo nella "continuazione" turistica e commerciale del Marconi. I nostri geni delle lampade associative hanno sempre mostrato i flaccidi muscoli, puntando con i nostri soldi, alla roulette della gestione solitaria. Hanno dovuto mettere sul treno il magistrato indagante, colpito anche dalle solite bordate stile milanese. Se per caso e per fortuna si dovesse trovare un normale imprenditore che avesse voglia di investire e non occultare, forse, per una volta potremmo smentire le statistiche che ci infamano tutti i giorni. L'elenco delle incompiute o delle cazzate mai partite si sta arricchendo. O falliamo da soli o falliscono le imprese aggiudicatarie dei bandi alla riminese, vedi Teatro Galli, cotto prima di fare il bando. Quello per Aquarena, la piscina che nuota nel Conad, sembra avviarsi sulla strada dei misteri (?). Terreni valutati oltre venti milioni vengono aggiudicati per poco più della metà. Il valore delle azioni della Città. Faccio fatica  a capire come uno possa investire a Rimini, se non aggiungi sul piatto altre pietanze non dichiarabili. Una volta che hai concesso al Conad la parte commerciale, il bando non è più pubblico. Il resto è complementare ed anche di difficile collocazione. Al termine della corsia 4 puoi acquistare un prosciutto. Dico 10: Carim, Hera, Fiera, Palas, Spiaggia, Lungomari, Novarese, Murri, Trc, Trasporto Pubblico. Fuori dalle aziende i finti maghi, gli entourage politici e di categoria. Due linee guida da assumere come vangelo operativo a seconda si tratti di gestione o pianificazione. Nel primo caso al pubblico gli asset, al privato la gestione, nel secondo project strategici e poi appalto pubblico... vero. Una rivoluzione culturale ed etica che non costa niente. Si apre una prospettiva economica con la possibilità di nuovi protagonisti. I nostri mattonari hanno fatto una fine ignobile. Si aprirebbero cantieri, non fabbriche di case invendibili. Ovviamente la grande premessa è politica, già alle regionali, non bisogna votare Pd ma neppure la grande la galassia Pdl, rianimata dalle sentenze ..buone. Occorre un partito o movimento alternativo, in grado di sciogliere il guinzaglio bolognese. In attesa della grande prova comunale, proviamo a mettere in piedi qualcosa di..serio?