giovedì 10 luglio 2014

Un Ventennio

I giornalisti bravi, attenti, autonomi se ne vanno da Rimini. I Procuratori anche. Il dimenticato Ravaioli se la prendeva con le sfighe dei Maya, il presente Gnassi costruisce sulle sfighe ponti a go go e semina feste. Non voglio dirottare il discorso. Franco Fregni, ottimo direttore de La Voce, fustigatore perfino di Vescovi, difficilmente catalogabile tra gli animatori del locale Cerchio Magico, ha scritto un pezzo consegnato a Rimini 2.0. sulla..scomparsa di Errani dal quadro politico regionale. Un aspetto, non dirimente, mi trova in leggero disaccordo: non è stato l'apparato burocratico frutto di un reame lungo venti anni a "fregare" Vasco, ma la fase decadente che segna ormai tutte le vicende politiche della nostra regione. Il suo dominio è stato assoluto. Grandissimo ed instancabile lavoratore aveva costruito una rete di alleanze trasversali che lo rendevano onnipotente. Tra lui ed il resto del mondo politico ormai il distacco era abissale. Credo che la candidatura al terzo mandato ed il clima recessivo che si stava prefigurando abbiano "costretto" l'iniziativa giudiziaria. La dico subito: a me sembra una patacata. Se l'avesse fatto appositamente avrebbe smentito la fama, meritata, di ottimo amministratore e manager. L'accusa lo riporta ad un livello quasi infamante per la leggerezza comportamentale. Sono strasicuro che la Cassazione lo riporterà lindo, pulito e pronto per altri traguardi. Il giochino della magistratura tra il primo ed il secondo grado sembra quello piuttosto frequente del giudice buono e quello meno. Arriverà il terzo con il tana libera tutti. E' vero come dice Fregni che il sistema, da almeno quattro anni, mostrava segni di cedimento ed è collassato due anni fa con il terremoto che ha colpito l’Emilia. Il “Presidente”, assolto in primo grado, è stato condannato in appello per falso ideologico in seguito alla presentazione di una memoria che doveva dimostrare alla magistratura la sua estraneità ai fatti. L’accusa per la Regione era quella di aver dato nel 2006 un contributo, non dovuto, di un milione di euro alla cooperativa Terremerse, allora guidata dal fratello Giovanni Errani, per la costruzione di una cantina vinicola ad Imola. Il sistema Errani ha avuto una durata ventennale perché proprio con il suo primo mandato da assessore regionale al Turismo pose le basi del suo potere. Venerato, ammirato e riverito da maggioranza e opposizione, capacità indubbie, aveva tessuto un tela di rapporti diretti con il mondo imprenditoriale, associativo, culturale e politico. Non c'era problema rilevante che non venisse deciso da lui. Non ha mai avuto una percettibile fronda interna. In ogni area aveva referenti importanti. Per Rimini era, dopo un periodo di iniziale diffidenza, Melucci. Su Gnassi giustamente ha sempre maturato l'opinione del..partito che allora contava. Con quello che è rimasto, è stato costretto a ricorrere a lui, su consiglio, interessato, di Melucci. Il colpo per l'organizzazione del Pd è forte. Ritengo che le dimissioni siano state largamente e lungamente concordate, in previsione di una assoluzione che ritengo, pur non conoscendo le Cose Emerse, scontata. Le scosse d'assestamento colpiranno i tanti personaggi legati a filo doppio alla sua figura. faccio un nome non a caso. Non ho mai capito perchè assieme alla richiesta di privatizzare un fallimento come il Palas non vengano anche allegate le doverose dimissioni del colpevole massimo, se non unico. Ho sempre sostenuto che fino a quando imperava Errani non sarebbe successo niente. Adesso qualcosa è successo o no? Ci accontenteremmo di questo. Rimangono sempre i debiti, ma quelli li paghiamo noi. Non ho mai visto uno che li compra.