lunedì 28 luglio 2014

Il Cancelliere: ore fatali

Se questa volta le notizie del mainstream occidentale fossero esatte, potremmo assistere nelle prossime ore ad una svolta molto significativa e drammatica della guerra, non dichiarata ma comunque in atto tra il blocco euroatlantico U.S.A. e UE da una parte e Russia dall’altra. Stando alla CNN le truppe ucraine dopo pesantissimi bombardamenti, avrebbero occupato nella mattinata Donetsk. Il condizionale è d’obbligo, infatti la città nelle ultime settimane è stata data per “conquistata” almeno due volte, dai media occidentali. La popolazione, secondo la CNN, sarebbe in fuga verso est e anche la sorte del Lugansk sarebbe in qualche modo segnata. Da un punto di vista puramente militare la caduta di Donetsk avrebbe un significato relativo , ma da un punto di vista psicologico metterebbe Putin in gravissimo imbarazzo. Come risulta chiaro da un video che da un mese imperversa sulle TV russe, la sua scelta di non intervento e di apparente straordinaria incredibile moderazione nella crisi ucraina potrebbe rivelarsi un boomerang. Infatti, in coincidenza con le dichiarazioni rivolte chiaramente al pubblico interno per cercare di calmare i settori nazionalisti (molto colpiti dalle analisi di Alexandre Dugin) si assiste da parte occidentale a un moltiplicarsi degli attacchi e delle provocazioni. Segno che la posizione del Presidente della Federazione russa viene vista, almeno così sperano a Washington, come una posizione debole. In effetti il ragionamento di Putin da un punto di vista strategico non farebbe una piega: lasciare che Kiev si sfianchi nella guerra e l’Occidente possa accorgersi dell’errore fatto nell’innescare il colpo di stato del febbraio di quest’anno a Kiev. Tuttavia questo ragionamento raffinatissimo potrebbe presentare due punti deboli: il primo dà per scontato che gli Stati Uniti e l’Unione europea non vogliano veramente la guerra (come sostengono autorevoli analisti: La Grassa, Dottori, ecc.) , ma solo conquistare posizioni in Europa. In secondo luogo che esista un’opinione pubblica occidentale in grado di influenzare i propri governi. Qui probabilmente sta il (possibile) errore del Presidente russo. Da parte americana (l’Europa non conta e va a rimorchio) si vuole assolutamente la guerra vista come un formidabile volano per le economie in difficoltà. Inoltre, in primo luogo, gli U.S.A. e questo è il mio parere, suscettibile, come ogni parere di errore, vogliono sbarazzarsi definitivamente dell’avversario Eurasiatico acquisendo soprattutto il controllo delle sue risorse naturali. Naturalmente preferirebbero farlo attraverso una rivoluzione arancione come avvenuto a Kiev, ma in mancanza, non esiteranno a spingersi alle estreme conseguenze. Chiaro infatti, che appena chiusa la partita nel sud-est, si aprirebbe quella della Crimea, della Transnistria ecc. ecc. . L’altro elemento di speranza, quello delle opinioni pubbliche occidentali, è totalmente privo di fondamento. Esse sono completamente manipolate da un sistema informativo “di guerra”, e assolutamente “totalitario”, in cui non vi è il minimo spazio (salvo per una minoranza sul Web) per una informazione che non sia quella “ufficiale” scritta a Washington e distribuita ai vari stati vassalli. Anche nei suoi aspetti chiaramente e ridicolmente fake. Ricordo la “militante separatista” che usa il trucco femminile di una delle vittime del Boeing! Tutto ciò senza il minimo accenno di critica degli pseudo giornali che pubblicano certe notizie” (il “Corriere della Sera” ce l’ha ancora nell’edizione on-line…!). Quindi le prossime ore potrebbero essere veramente drammatiche per la Federazione russa e per il suo Presidente, che vedrebbero, in caso di crollo del Donetsk e del Lugansk, gravemente lesi il proprio prestigio e la propria credibilità a fronte di un avversario imbaldanzito e pronto a sferrare nuovi colpi. Sperando soprattutto di trovare all’interno della Russia un nuovo Gorbaciov o Eltsin che assecondi i desideri predatori del Gruppo Atlantico. Per ora figure del genere non se ne vedono, o se esistono (ed esistono…) stanno “coperte”, attendendo il momento buono. Ma di lì verranno le sfide principali per l’attuale Presidente e per la Federazione intesa come stato sovrano.
 Il Cancelliere.