giovedì 17 luglio 2014

Il Cancelliere: Ucraina, gli Stati Uniti, l'Unione Europea e gli indiani

Caro Lugaresi, rispondo alla tua richiesta con cui mi chiedi qualche commento sulle recentissime sanzioni decretate dagli Stati Uniti e dalla UE contro la Russia, ovviamente motivate sulla guerra civile ucraina. Data la complessità dell’argomento procedo per punti: 1) parto dai fatti: sabato e domenica scorsa tutti i giornali italiani, da quelli “importanti” (CorSera, Stampa, Repubblica e RAI) fino a quelli di nessun conto, tipo le fotocopie locali, titolavano: “i carri armati di Kiev a Lugansk e Donetsk”. 2) A soli quattro giorni di distanza le cose sul terreno sono andate in senso diametralmente opposto a quello anticipato dai nostri pseudo giornali, le milizie ucraine, comprese le compagnie mercenarie americane, polacche ecc. tanto sbandierate sono in gravissime difficoltà e quasi circondate. La “nostra” stampa su questo ovviamente tace 3) Non è un caso quindi che proprio oggi gli Stati Uniti annuncino l’adozione di “misure economiche distruttive” contro l’economia della Federazione russa e l’Unione Europea segue a ruota. Da notare che le decisioni a livello europeo vengono prese prima dell’insediamento della nuova Commissione. Questo perché si pensa che la “nuova” sia meno docile ai diktat di Washington di quella “vecchia”. 4) Il senso di tutto questo è abbastanza semplice: la sconfitta sul campo dei “nazisti buoni” di Kiev, sebbene taciuta dai nostri “media” ha accelerato delle decisioni già maturate, ma che sarebbero state diverse se l’esercito “Banderista” avesse vinto e non perso. 5) A questo punto il dado è tratto e il tipo di sanzioni adottate dagli U.S.A. e preannunciate dalla UE configurano un vero stato di guerra tra il “mondo occidentale” e la “Federazione”. 6) Come in tutte le guerre gli esiti saranno imprevedibili. Da un lato la strategia americana e quella dei vassalli europei è chiara: cercare di rovesciare il governo della Federazione attraverso uno strangolamento economico i cui costi peraltro verranno pagati solo dai vassalli europei. Infatti gli U.S.A. hanno ben pochi rapporti con la Federazione russa e pertanto possono permettersi azioni che sicuramente alla Germania, alla Francia e all’Italia (solo per citare i paesi più importanti) costeranno moltissimo. Assolutamente deprimente è poi notare come il potere decisionale in Europa sia ormai trasferito totalmente in paesi come la Polonia e i paesi baltici, violentemente russofobi, mentre i grandi paesi fondatori sono ridotti al rango di spettatori e pagatori Segno bruttissimo che comunque non fa che confermare quello che abbiamo sempre pensato: la cosiddetta Unione Europea non esiste ed è in realtà solo una appendice di Washington. 7) In questo contesto particolarmente drammatica e ridicola è la posizione italiana che si vede bocciare i propri candidati perché “filorussi” ed è, allo stesso tempo, il secondo partner commerciale della Federazione. Il che, in parole povere, significa che sarà il paese che pagherà più duramente nella guerra prossima ventura. Per capirlo basta leggere le pagine del nostro principale quotidiano locale: Il Resto del Carlino. Nelle pagine nazionali esso sposa totalmente le tesi più oltranziste, mentre nelle pagine locali inneggia all’amicizia “col popolo russo” (specie nelle vesti di turista…). Ed è comprensibile visto che i russi sono rimasti i principali utenti della nostra già traballante industria turistica. In psichiatria si potrebbe parlare di schizofrenia. Ma quando si parla della stampa italiana è meglio non prendere troppo sul serio nulla. Ormai è una macchietta che non fa più ridere nessuno. 8) Un’ultima annotazione sull’atteggiamento degli Stati Uniti. Si tratta, come giusto, del paese “pivot” di questa guerra. Quindi nulla di strano che gli attacchi contro la Federazione siano feroci e continui. Quello che un po’ colpisce però, anche l’osservatore smaliziato come me, è il tono. Gli americani si rivolgono e trattano con la Russia più o meno come gli israeliani trattano i palestinesi. Non vi è un parlare tra uomini ma bensì come tra uomini e cose o animali. In realtà quel che ricorda di più è il rapporto tra i colonizzatori americani dell’Ovest e le tribù indiane che nella seconda metà dell’800 vennero sterminate. Leggere i comunicati degli U.S.A. sulla guerra ucraina ricorda davvero le campagne contro i Sioux e gli Apache. Tuttavia Putin non sembra avere proprio le sembianze di Toro Seduto, Geronimo o Capo Giuseppe (sconfitti pur nella loro immensa dignità). Né i russi sembrano così incivili e stupidi come li dipingono i nostri Riotta, Zafesova, Dragosei ecc. ecc. . Per cui, nonostante tutto, la partita aperta con il colpo di stato in Ucraina sembra ancora tutt’altro che vinta. Sia per la giunta di Kiev che per i suoi sponsor. E per qualcuno (specialmente, come al solito, per l’Italia) il risveglio potrebbe essere molto ma molto amaro.
 Il Cancelliere.