giovedì 31 luglio 2014

Le Verità di..Barbapapà

Il conflitto tra Israele e la Palestina sta assumendo contorni e punteggio normali. Siamo giustamente a 5000 a 40. Parlo naturalmente di morti, perchè bombardare la Striscia di Gaza con due milioni di abitanti ammassati è una strage annunciata. Gli israeliani, oggi notevolmente diversi da quelli primitivi, infarciti da russi e baltici, concedono la maggioranza assoluta ad un partito che definirlo conservatore è un filoeufemismo. Nel recente sondaggio effettuato, il 90% dei cittadini israeliani è d'accordo nel continuare a bombardare per arrivare allo sterminio. Per Obama la situazione, nel momento di massima debolezza personale, è insostenibile. Nel mondo le immagini delle stragi hanno creato evidenti difficoltà alla potentissima lobby ebraica statunitense e non solo. Basterebbe la lettura dei giornali del regime renziano per capire la potenza di..fuoco anche giornalistica. Un dramma che si protrae da mezzo secolo, ma una soluzione non è mai stata così lontana. Il vecchio partito laburista israeliano è scomparso, non ci sono interlocutori solo bombardieri. Il resto del mondo è occupato a difendersi da altri pericoli. Ho letto, per caso, l'editoriale di domenica di Barbapapà Scalfari. Devo dire che sono rimasto stupito, mi sono trovato quasi in sintonia. Mi manca un applauso a N.. per completare una rivergination politica. Cerco di resistere, mi da la forza Renzi e quel co..di Benigni, che ha rotto le palle per cinque anni con la sua Costituzione che conosceva a memoria come quella di Dante. Il confessore del Papa ha ricordato che la Shoah doveva ispirare lo Stato ebraico ad impedire che un altro tipo di genocidio fosse perpetuato in loro nome e addirittura da loro stessi. Non so quanto durerà questa condivisione, però mi sono ritrovato in queste parole. Devo anche ammettere che il fondatore di Repubblica non ha mai amato Renzi. E' vero che è poco attendibile non avendo dal dopoguerra azzeccato un candidato. Ha iniziato con De Mita. Renzi è, lo sarà fino alla fine dell'anno in corso il presidente di turno dell'Ue ed è il segretario del Partito democratico aderente al Partito socialista europeo, il solo che ha avuto un'inattesa massa di voti, il vincitore solitario d'uno scontro elettorale nel quale mediocri sono stati i risultati delle altre formazioni politiche con sentimenti europeisti. Il primo guaio è il suo partito che, come tale, ha repentinamente cambiato natura. Dopo tanti nomi, dalla Bolognina di Occhetto all'approdo di Veltroni, ha subìto una rilevante modifica, non ufficiale ma reale: si chiama ormai partito democratico renziano. Non mancano i contestatori ma sono pochi e discordi tra loro. Manca un gruppo dirigente di cui il leader sia l'espressione ma non il padrone. I luogotenenti sono numerosi, giovani, uomini e.. donne, nessuno di loro ha una voce propria, solo stupendi..fisici. Se parla e decide solo il capo, la democrazia dov'è?  I tre governi "presidenziali" di Monti, Letta, Renzi, alcune riforme le hanno fatte e il Parlamento le ha approvate. I tempi non sono stati particolarmente lunghi.  800 leggi, approvate da entrambe le Camere durante i tre governi sopraindicati, non sono ancora entrate in vigore. Mancano i regolamenti attuativi che dovrebbero essere studiati e ufficializzati dalla burocrazia ministeriale. Provate a mettere a referendum una legge che abolisca il prolungamento dell'età lavorativa o che aumenti gli 80 euro a 100 e vedrete il risultato. Renzi vuole il monocameralismo, dove agirà come presidente del Consiglio e leader del partito. Berlusconi farà altrettanto. Così andremo avanti fino al 2018. La Spagna ha ricominciato a crescere, noi no. Speriamo nella Madia. E nella Boschi. E nella Pinotti. E nella Mogherini. Se il pifferaio suona bene, loro faranno un buon coro, ma se il pifferaio stona, il concertone rischierà di diventare una gazzarra. Il pericolo è questo. Anche se è il canto del cigno, suona bene.