giovedì 31 luglio 2014

L'uomo di punta

Alcuni nostri conoscenti (compagni è desueto, amici è eccessivo) che per ragioni più o meno nobili devono militare nel PD, ci informano di un grande fermento nell’ala est di Palazzo Garampi. Per chi non avesse dimestichezza con la geourbanistica di Piazza Cavour, presso quelle coordinate si trova l’ufficio del Sindaco. Grande fermento dicevamo, ma non per la preparazione di un’altra festa, con i soliti beneficiari, bensì per l’approssimarsi delle elezioni regionali. Qualche giorno fa, Gnassi ha passato la velina, fedelmente riportata dalle fotocopie locali, secondo la quale tutti (?) lo spingevano alla presidenza della Regione al posto di Errani. Una sua sparata per dire e dirsi che anche lui è importante e che nei tavoli che contano il suo nome gira. Ovviamente solo un’infantile boutade senza seguito ma che ha fatto da subito capire che, aprendosi un’altra possibilità di andarsene da Rimini, Andrea prova a rincorrerla. Ci ha provato già diverse volte, con Bersani prima e con Renzi poi, ma con scarsi risultati. In sintesi, non lo vogliono! Ora, i piddini ben informati dicono che abbia stretto un patto con un possibile candidato alla presidenza della Regione, un altro renziano della terza ora come lui (detti anche bersaniani in sonno). L’uomo che avrebbe promesso di portare in regione Gnassi al posto di Melucci è Daniele Manca, sindaco di Imola, a patto che Gnassi costruisca un fronte di sindaci romagnoli disposti a sostenere la candidatura di Manca o tramite una raccolta di firme da presentare a Renzi, ovvero tramite un sostegno fattivo alle eventuali (e per loro poco auspicabili) primarie. I riminesi potrebbero quindi sintetizzare: Manca candidato, Gnassi allontanato. Non male come prospettiva! Scherzi a parte, tutto questo, se fosse vero, merita una considerazione. Al di la delle legittime aspettative personali dell’uomo, è avvilente, però, come il fare politica possa essere, per certe persone, sempre più una questione di carriera personale e sempre meno una questione di impegno civile. Ma se hai chiesto i voti ai riminesi per fare il loro sindaco, perché cavolo te ne vuoi andare, lasciando Rimini con più problemi di prima (fonte Sole 24 ore, non noi). Fai come Schettino senza inchino? Chi è al comando rimane sulla nave finché non finisce il suo impegno, non cerca scialuppe per fuggire ogni tre per due. La fregola di andarsene che ha Gnassi non deve far riflettere solo chi lo ha votato, ma anche tutti i componenti, più o meno ectoplasmatici, del suo cerchio magico pronti ad essere mollati con un arrivederci e grazie. E in mezzo a tutti questi giochini ad amministrare Rimini chi ci pensa? Masini, Cagnoni e i vincitori dei bandi? 
P.S. Nel giro c’è anche Magrini (bersaniano di ferro) come candidato di punta del PD locale al consiglio regionale, ma questa è un’altra storia…..o forse no.