domenica 5 ottobre 2014

Giorni e Notti

Lo confesso, ormai non mi resta che la "conversione" ritardata, ma appena in tempo per godere delle indulgenze pre mortem. Scherzo, sono ancora in forma come un settantenne truccato da ..Gnassi. La vecchia conoscenza, non definibile amicizia, con Pigi Bersani mi permette di definirlo una delle persone più serie, il compagno di "una volta" migliore che abbia incontrato. Un migliorista cresciuto e formato amministrando, non trastullandosi nelle stanze delle Federazioni come i Piccari e Gambini, diventati scrittori famosi per rivalsa. Ho passato giorni e notti con Monti e Fornero sull’articolo 18, a difendere la possibilità del reintegro per il lavoratore e non mi aspettavo di ritrovarmi questa roba qui in casa, nel mio partito, così Bersani ha liquidato Pittibimbo ed il favore che ha ricambiato a ..Marchionne. Un ottimo manager ma pur sempre un padrone di una azienda che deve la sua sopravvivenza agli aiuti dei cittadini italiani, per ringraziarli paga le tasse miliardarie in Canada. Si è scelto un bel amico. Io ho sempre (quasi) acquistato Fiat come un dovere. Non ho mai guidato una Duna. Pierluigi Bersani scuote la testa e si sfoga in Transatlantico, dichiarando però: «Certo sarò leale al Pd nel voto finale sul Jobs Act, ci mancherebbe». È un’apertura a Renzi. Fuori dai microfoni tuttavia ripete: «È incredibile, incredibile...». Soprattutto fa una previsione preoccupata: «Renzi sventola l’abolizione dell’articolo 18 come se fosse una palingenesi, ma da qui a un anno rischiamo di prendere una smusata come Pd perché raccontiamo che diamo assegni a tutti come in Danimarca. Ma ci rendiamo conto di dove siamo, di cosa è l’Italia? Qui rischiamo di far peggiorare le situazioni, di far perdere sia il padre in cassa integrazione sia il figlio inoccupato o precario. È una cosa grave, perché i soldi per fare quello che Renzi promette non ci sono». Non ci sono le condizioni per una scissione che non avverrà mai nelle stanze parlamentari. Vi ricordate le prime dispute grilline? Quanti di loro sono sicuri di essere rieletti? Nel Pd è la stessa cosa. Arlotti e la Petitti hanno fatto una comparsata dignitosa, al pari delle altre centinaia di anonimi percettori di 20 mila euro mensili + benefit. Nessuno nel partito ha ingigantito le loro gesta o gridato ai nuovi fenomeni del baraccone mediatico. Nessuno di loro due se andiamo ad elezioni prossime verrà ricandidato ed allora si tengono stretta la fortuna. Arlotti punta giustamente al titolo di Sindaco. La strada più facile pensando a chi lo detiene, a dispetto delle lettere.