venerdì 23 gennaio 2015

Fanno sul serio

Berlusconi tratta Renzi come fosse Inzaghi. Dopo un'ora di fitto colloquio fa uscire una nota in cui "giura" che non si è parlato del prossimo inquilino del Quirinale. Pittibimbo a questo giro si gioca anche le veline di governo. La posta, anzi due, sono alte: Quirinale e Italicum. Abbiamo un commento del più bel tanga ministeriale: la splendida Maria Elena ha detto che anche lei ha fatto opposizione (a cosa?) quando era in minoranza. La "trovata" dell'emendamento supercanguro se la voleva attribuire, poi sono usciti fuori i veri inventori. Tutta roba che girava attorno al Colle. Rimane ancora la collina che tira le fila. Con l'ultima bugia (dell'altro ieri) Renzi ha affermato  "Voglio fare la legge elettorale con Berlusconi perché non voglio più governarci insieme". Si è superato, è il Banana a mantenere in vita il suo governo. La legge elettorale rispetto alla prima lettura alla Camera ha subito novità anche condivisibili: si è alzata la soglia che evita il ricorso al ballottaggio; sono state uniformate e abbassate al 3% le soglie di ingresso, garantendo, dunque, quote di rappresentanza alle diverse forze politiche; si è inserita infine l'indicazione della preferenza al fine di restituire agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti. Manca per rasentare la quasi accettabilità, la prospettiva di collegi uninominali. Mantenere la nomina dei capilista bloccati significa però avere un Parlamento nel quale i nominati rappresenteranno la maggioranza dei Deputati e in cui la possibilità di eleggere con preferenza i propri rappresentanti verrà lasciata di fatto esclusivamente al partito vincitore del premio di maggioranza. Pigi Bersani sta camminando sul sottile filo della via di mezzo. Gli capita spesso di cadere per eccessiva furbizia ereditata dal maestro D'Alema. Il modesto Rubicone lo hanno saltato con il canguro che ha cancellato 35 mila emendamenti. Ci sono ufficialmente due partiti, schieramenti ancora da definire, ma il prosieguo dell'attività politica per il governo Renzi sarà impossibile. La strategia di Napolitano è come sempre..silenziosa: non si può andare ad elezioni senza la nomina del Presidente. Un ricatto ed una necessità che porterà ad eleggere quello che vuole Berlusconi. Per le prime votazioni lui ed il compare Alfano ritornato ad Arcore, voteranno Martino, più gradito agli Yankees di George. Poi arriverà il nominativo di bassissimo profilo che vuole Berlusconi. Abbiamo per il momento capito che nella stesura del Patto che governa l'Italia, c'erano: Condono Penale, Legge Elettorale, Quirinale, manca Mediaset. Al prossimo giro, il bilancio di Segrate comincia ad assomigliare a quello del Fellini. Il Pd? Non esiste più nella originale accezione veltroniana. Troppa immondizia accumulata sotto il tappeto. Non sono le primarie da galera o le mafie capitali o perfino l'accusatore di Penati che ..ritratta tutto o la riforma (?) delle Banche Popolari per salvare Mps. Questo è renzismo, niente da spartire o meglio l'inevitabile conclusione di un percorso che ha scientemente escluso i canoni etici e comportamentali della sinistra. Perfino Zerbini è d'accordo. Una operazione di potere, saldata da due correnti politiche che hanno usato il machiavellico mezzo per prendere tutto. Il punto debole è stato l'accordo per farlo. Il Patto del Nazareno dovrebbe essere "indagato, la vera trattativa tra Stato e Stato. Gli estensori sono ancora in vita, ma non esistono più kamikaze indagatori, quelli che alla fine avevano un poltrona parlamentare. Il pericolo adesso è più forte e reale. Pensate a come si è ridotta la Procura più importante d'Italia. Quella che costringeva il povero Brosio, prima delle visioni papali, a stare per ore ad aspettare le veline del Palazzo della Giustizia Italiana. Anche a Rimini abbiamo un "presunto" terrorista. Da 19 euro però.