mercoledì 28 gennaio 2015

Hellas

Ho immaginato, con l'aiuto indispensabile del Cancelliere, un "viaggio" in Grecia, l'affascinante Hellas, pur rimanendo ancorato alla mia postazione del Blog. Se non ci fossero state le massicce importazioni di grillini da voto, forse saremmo riusciti a capire di più di questo Paese, arrivato alla ribalta per avere mandato...davvero a fanculo l'Europa della Merkel. Non come i finti rivoluzionari, prigionieri di una diaria o di ambizioni inferiori solo alla loro fame di soldi ed impiego. La grande stampa di regime, dipendente dalla massoneria d'elite, quella che non si iscrive in una loggia popolare ma nei clubini riservati anglo-americani e dalla fortissima corrente israelo imprenditoriale ha iniziato il bombardamento sul povero Tsipras. Sminuendo il suo successo, etichettandolo come un povero sognatore che tanto.. i debiti li dovrà pagare. Nel caso il rifiuto dovesse essere portato alle estreme conseguenze, cosa prevede il pacifico trattato europeo, un vero bombardamento come in ..Crimea? Od aiuti pari a 9 miliardi di euro come per i "nazisti buoni" ucraini? Per fortuna i grillini hanno tolto la grande stampa dall'impaccio di "giustificare" il voto greco. Il prossimo sarà quello spagnolo, mentre sull'Italia sto arruolandomi nella corrente maggioritaria delle speranze perdute. Ma come ca.. fai a turlupinare così il voto di nove milioni di cittadini? Una distrazione di massa degna di altri scenari. O si raddrizza la barca a 5 stelle o si rovescia con tutto il carico rimasto. Una operazione che è stata più grande di quanto si pensasse. Forse più commerciale che politica, poi il voto ha cambiato la strategia iniziale. Chi ha capito tutto prima e subito, è stato/a il beneficiato/a. Non tutti sono in malafede, anzi per molti la delusione è nata quando hanno iniziato ad odorare come funziona l'odiata politica. La differenza la fanno sempre i soldi. In questo momento succedono cose ben più gravi di uno spostamento da un gruppo all'altro nello stesso edificio, anche se definito burlescamente la Casa degli Italiani. Entrare nel paese ellenico, oggi, significa fare un viaggio a ritroso nel tempo. Quasi un milione di dipendenti privati, soprattutto nel settore alimentare, cassieri o commessi, sono pagati in buoni pasto o “in natura”. La stessa cosa sta succedendo da noi, lo sapevate? Il Carlino non lo ha scritto? Alcuni, i più fortunati, che ricevono uno stipendio, lo intascano con ritardi di oltre sette mesi e in molti casi parte di esso è pagato attraverso servizi complementari come un coupon per dormire in un albergo, o per fare il pieno di benzina. Da noi i "protetti" sono ancora molti milioni e votano tutti doverosamente per il Pittibimbo della Merkel. La tredicesima e quattordicesima, sono un ricordo lontano. Dal 2011 ad oggi in Grecia sono rimasti aperti poco più della metà dei negozi presenti nel periodo pre-crisi. Da noi la statistica è forse peggiore. Non mancano licenziamenti collettivi nel settore statale e, per quelli rimasti, gli stipendi sono all’osso. Le pensioni sono state ridotte del 25%, anche quelle minime , e tutto quello che poteva essere privatizzato, spiagge e isole incluse è stato già venduto. Hai sentito compagno Affronte, sarà contenta la Federbalneari greca. Hanno acquistato ai saldi la spiaggia, mancano i greci, arrivano gli italiani. I lavoratori pagati con buoni pasto, gli statali che guadagnano qualche centinaio di euro e i poveri pensionati sono i “fortunati” della crisi. Il tasso di disoccupazione in Grecia è al 27% e quello giovanile viaggia sull’ordine del 60%. I pochi giovani che trovano lavoro sono spesso assunti con contratti mensili. Uno scenario che ci fa sembrare la Finlandia. La Grecia presenta anche il rischio di povertà peggiore dell’Eurozona (circa il 35%) e in tema di esclusione sociale non sembra di essere in Europa, ma in una zona di guerra. Le file dei disperati per gli alimenti è sempre più lunga. Il sistema sanitario è al collasso, il modello ormai è sempre più identico a quello assicurativo americano, ma senza meccanismi di tutela. Neppure il divertimento si salva da questa crisi: l'Aek Atene ha dovuto rinviare una gara perché non aveva i soldi per stampare i biglietti e il sindacato dei calciatori ha bloccato la Serie A greca per protestare contro il mancato rinnovo delle assicurazioni sugli infortuni. Un fatto grave anche in Grecia. Il vero dramma, come per l’Italia, è l’entità del debito pubblico, pari al 170 % del Pil. Significa, che tutti i prestiti e gli aiuti arrivati da Bruxelles in cambio di lacrime e sangue hanno semplicemente rimandato il fallimento della penisola ellenica di qualche anno. Chi li ha concessi sapeva benissimo che si sarebbe ripetuta la tragica piece dello strozzino che ha tutto l'interesse che il debitore ..campi. Tsipras si trova a guidare un paese in macerie, all’interno di una recessione continentale tutt’altro che conclusa. Come e dove potrà trovare i miliardi necessari per rilanciare il paese è un mistero. Ha un'unica chance, tornare al passato sperando nel futuro. Il concetto del concordato in continuità. Una formula molto elegante per non parlare di fallimento. Cosa hanno da perdere? Gli errori sarebbe ingiusto addebitarli tutti alla Troika come se finora il popolo greco ed i governanti, al pari dei fratelli di mare italiani non avessero speso molto di più di quanto non fossero riusciti ad incassare. Ma questa però è un'altra storia che vale per l'Italia ed il Fellini. Il Palas va benissimo.