domenica 25 gennaio 2015

La Strada della Mobilità

A Rimini, quindici anni fa, avevamo progettato un Piano d'Indirizzo della Mobilità, senza scomodare gli albergatori che allora tentavano di fare bene almeno il loro mestiere. Non è entrato in funzione perchè mancavano i cartelli del Fila Dritto. In qualità di capogruppo dei Ds, un partito che mi manca forse perchè non c'è più, ci avevo lavorato per farlo diventare lo spartito ufficiale adatto ad una mobilità diversa nella Città. Lavoro lungo, intermediato con decine di riunioni. Molti nel palazzo speravano che questo piano, fatto con le sole risorse interne, quindi a costo zero, si perdesse, come tanti progetti, nei capienti armadi comunali, pieni di scheletri e fossili urbanistici. Il primo era Arlotti, non ancora trasformato nel brillante A Te Faz. Aveva paura che gli fosse negato il giochino d'inventare a piacimento gli interventi pubblici. L'origine del suo pauroso palmares elettorale. Senza le preferenze, Tiziano sarebbe rimasto un bravo sindacalista democristiano. Anche a Melucci la cosa infastidiva, le numerose varianti avrebbero avuto ostacoli procedurali. Infine il partito dei "chicchiani" allora presente, vedeva nel piano un pericoloso specchio della verità sul Prg. La mobilità era stata dimenticata, ma la Coca Cola, la Questura ed il PalaMulazzani no. Una volta adottato dal consiglio con un voto di astensione della minoranza, quella che oggi gestisce ufficialmente gli asili nido, una fiera all'anno, ma ha "abbandonato" il Palas, tremante per i debiti. Significava riconoscere all'Ufficio Mobilità del Comune la competenza dimostrata ed il ruolo assegnato. Arrivati a questo punto, la genialata del Potere fu il famoso cambio d'intestazione della Agenzia Tram in Agenzia della Mobilità. Altro non era che il margheritino (ti ricordi Zerbini?) fare finta di cambiare tutto senza toccare niente. L'Agenzia non aveva la minima professionalità in materia, ma stava già studiando il Trc. Al peggio siamo sempre in grado di regalare il "più" peggio. Il tragico film continuò fino all'ultimo governo di Ravaioli, un vero artista del ramo. Dovendo mettere mano, ultimi in regione, al Piano Strutturale, sotto la sapiente regia alberghiera di Ermeti e con la partecipazione annoiata di Biagini, l'avvocato delle cause..urbanistiche perse in partenza, ognuno pitturava la sua strada. Alla fine, di nascosto, da veri copiaincollatori di idee altrui, hanno riesumato il vecchio Piano, mutilandolo, maldestramente in tante parti. La tragedia ha assunto caratteri greci con l'attuale Taglianastri. Mandato Ermeti in campagna ad occuparsi del turismo nella Valmarecchia, è diventato il disegnatore della mobilità cittadina. Le macchine al pari dei famosi soldati del Duce "moltiplicati", continuano a girare attorno alle rotonde, godendosi le simpatiche frasi incentivanti alla sopravvivenza. Le poche azioni sensate, vedi lo sbocco della via Tonale, sono state prese da questo piano d'indirizzo. Analisi cruda come tutto quello che succede da noi. Questa mattina ho letto su Rimini 2.0 una brevissima informativa di stampo questurino sulla..Questura. Fuochino, fuochino, siamo all'incirca al 15% della verità. Il resto è prescritto come tanti, troppo peccati oggi definibili piddini. Celentano cantava: ora tu vieni a chiedere a me tua moglie dov'è? Era meglio se sceglievo un altro paragone. Chi arriva inventa la sua strategia. Potrei sollevare decine e decine di specifiche questioni avendo molte più ragioni e conoscenze rispetto al resto del pollaio amministrante.Trc che cammina senza sapere dove andare o come finire, pagando meno dazio possibile alla Corte dei Conti. L'altro tribunale ha trovato una Associazione che lo terrà impegnato per.. anni. Siamo gli unici che incentivano, promuovono, pubblicizzano senza vergogna una strada a scorrimento (?) veloce dentro la Città. Passando dalla Fiera alle puttane di Miramare, diminuite a dispetto del quantitative easing di Draghi. La mia maestra soleva dire: l'alunno più somaro è quello che è convinto già di sapere tutto. Adesso ho capito chi prevedeva come sindaco. L'aula riminese è zeppa di politici, giornalisti, rappresentanti di categorie, finti ambientalisti, pseudo-tecnici ed architetti pentiti. Non ho mai avuto una visione evangelica di quel Piano, ma era ed è ancora l'indirizzo migliore per pensare ad una Città vivibile ed organizzata. Doveva rappresentare lo scheletro di un Piano Strutturale che per non smentire la fama della pessima urbanistica alla riminesem, è una autentica stronzata. Non si affronta la mobilità partendo da un problema. Pedonalizzare il Ponte di Tiberio, mandare il traffico sulla circonvallazione per farlo ritornare in città è un'altra gnassata. Varcato il cancello di casa ognuno di noi fa mobilità: a piedi, bici, motorino, macchina, pochissimi usando un mezzo pubblico. Considerando gli spostamenti più disparati occorre selezionare le possibilità per i più deboli, bambini, anziani, diversamente abili. Un quadro composto da diverse specializzazioni: progettazione, realizzazione, mantenimento, controllo. Volendo chiudere con una sintesi credo che il peggior difetto che va sempre più accentuandosi, è la presunzione di potere far a meno delle conoscenze. Magari perchè uno giovane, l'altro si presenta bene, un'altro ancora è simpatico e si Fila Dritto in Tribunale... Fallimentare.