sabato 10 gennaio 2015

Ristobar

Occorre premettere per i meno informati sulle logge della spiaggia, che il Presidente della pregiata catena di Ristobar, rappresenta l'insieme o quasi degli aderenti alla Confesercenti dei chioschi. Gli altri sono iscritti alla ex potente Cna. Stiamo parlando di quaranta/cinquanta attività che nella rivoluzione commerciale avvenuta anche sulla spiaggia sono diventate la parte economicamente più attraente, economicamente, rispetto ai classici bagnini. Ci sono stati passaggi di..concessioni per cifre milionarie ed oltre. Avere un chiosco-bar-ristorante con un plateatico "legittimo" di cento metri che diventano due/trecento, pagando 400 euro di canone annuo rende molto più delle zone confinanti. Rapportando capitale investito/resa. Vorrei chiedere al citato Presidente dopo avere letto, per caso, sul Sito Curiale, il suo "appello" a Gnassi, che per una volta ha ragione, dove ha raccolto i riferimenti demaniali per le abborracciate analisi in materia di arenile. La prima domanda che gli pongo, sicuro che non supererà l'esame, è da quale scritto, norma, legge, cartellone ha attinto l'informazione che il confine demaniale sia stato ristretto più volte. Da vecchio amministratore, ho (ancora) tra le poche funzioni normali una "memoria" che parte dai primi anni 70, guarda caso, proprio quelli in cui è iniziato il contenzioso per le aree in fregio al lungomare. Presumo sappia di cosa stiamo parlando. Il confine demaniale è più o meno lo stesso da oltre cent'anni, più o meno il tempo della Presidenza della Fiera. Ben evidenziato nelle previste Delimitazioni, termine che presumo, un'altra volta, sia piuttosto desueto, al bar. L'unico "spostamento" riguarda le aree in fregio al lungomare, erroneamente trasferite al patrimonio comunale nell'anno 1924, dall'allora Intendenza di Finanza. Rimanendo un bene pubblico non mi sembra un grande problema, visto che sono tutti d'accordo, da sempre, di mettere in gioco questa fascia nell'ambito delle ristrutturazioni (future) della spiaggia. Passando ad un secondo argomento riguardante le aree di sedime dei bar da cedere agli stessi Baristi, mi dica se analogo regalo debba essere fatto anche per le cabine dei Bagnini. Concedo, salvo piacevoli sorprese, per scontato il suo si. In base a quello che afferma, invece di una "normale" riga dritta, con cui si costituisce, di solito, un confine demaniale, avremmo un piacevole merletto. Il tessuto è rappresentato dal demanio ed i buchi dalle aree cedute (regalate) ai concessionari. Nel caso invece auspicabile di future riorganizzazioni per arrivare ad un'arenile competitivo, ci troveremmo di fronte ad un casino da..Ristobar. L'ultima domanda, cattiva: quale sarebbe la norma che permetterebbe la vendita (regalo) ai vecchi concessionari, magari al prezzo che stabiliscono loro? Il Lodo Alfano? Per i bagnini, ma credo che a lei interessi poco, ci sarebbe però il problema del come assegnare loro l'area degli ombrelloni. Per avere un bando regolare, sarebbe necessario "individuare" nuove cabine antistanti quelle in essere, già vendute. Mi sono stancato e credo anche i lettori di queste patacate su sabbia. La nostra spiaggia necessita, non da oggi, di una rivoluzione imprenditoriale ed ambientale. Un connubio stretto con le attività ricettive. Togliere non mettere. Servizi ed eccellenze. Non casbah ripetute ogni trenta metri. Capisco, essendo quasi nato sulla sabbia, che ci sono appetiti ed esigenze diverse. Però caro Presidente non si può sempre pensare di raccontare le verità..private. Quando non c'era il Piano Spiaggia, le scuse erano che non avendo lo strumento non potevate fare ..innovazione. Ogni zona una famiglia. I chioschi-bar da paria della sabbia sono diventati dei piccoli principati. Certo non tutti con lo stesso reddito milionario, ma sul mercato ancora pesano. Quando il Piano Spiaggia imponeva lo Stabilimento Balneare c'è stata la sollevazione. L'avete voluto il Piano dei Mussoni e Ripa, adesso andate a..Bando. 

P.S.
Più facile e redditizio subaffittare un chiosco a 40 mila euro all'anno.