sabato 24 gennaio 2015

La mia verità

Davvero stucchevole la discussione sulle preferenze e la denuncia dei listini bloccati. Vado al sodo con un esempio locale. Uso il caso delle teoriche primarie nelle quali sono stati eletti in rapida successione la Petitti ed Arlotti. I meriti, le capacità, il trascorso e gli errori non hanno interessato nessuno. Chi doveva porsi queste legittime, perfino normali domande era il Partito, se ci fosse stato. Non esiste più da anni. Giocato e scomparso in nome del renzismo. La conclusione amara a cui si è giunti dopo traversie e scandali di ogni natura e colore, coperti come nelle peggiori associazioni. Detto a mio modo si guarda all'effetto e non alla causa. Chi ha chiuso luce e partito, non è stato certo Renzi, ma la vecchia guardia, oggi perdente che tira in ballo i valori fondativi. Rimanendo sempre in ambito locale c'è ancora qualche sprovveduto che crede negli assi portanti: D'Alema, Bersani, Errani, Melucci? Hanno svolto quel ruolo e distinto la sinistra dalla destra? Chi, pur con dentiere fabbricate in Croazia, riesce a masticare ancora un pò di politica, sa bene che è un falso. Dalle bicamerali, agli organici inciuci locali, non solo con cielle, hanno permesso da decenni un rapporto con il partito di Berlusconi. Renzi ha tratto elettoralmente il massimo del consenso da questa politica che ha annullato la sinistra nel maggiore partito della sinistra. La mancanza di competitor ha reso molto facile il perverso giochino chiamato Nazareno. Il tema vero di cui nessuno parla è che non ci sono i partiti, sostituiti da padroni. Poco cambia se si chiamano Renzi, Berlusconi o Grillo, tanto meno il modo di selezionare la classe dirigente. Penso, per rimanere nei miei vecchi ambiti, a quale discussione avrebbe approdato non solo in una Direzione Provinciale ma in una più modesta sezione di Partito la candidatura di una come la Petitti. Veniva accompagnata da Bernabè? Quali magiche doti avrebbe esibito? Perfino A Te Faz Arlotti, sempre pronto ad indossare la maglietta più conveniente e più nuova, cosa avrebbe risposto dopo dodici anni di amministrazione riminese tra: mattoni, urbanistica creativa, lavori mancati e sbagliati, sudditanza regionale? Le giustificazioni sarebbe state impossibili. La creazione di un Pd sempre più proiettato verso la versione renzista li ha messi in una situazione di privilegio. Renzi c'è e va benissimo per un Partito come questo. Ma lui è l'ennesimo "ometto" della Troika, non c'entra niente con la storia e le necessità politiche e sociali della sinistra. Occorre riconoscere che non finge, lo dice molto spesso. La prospettiva è inseguire i voti dei garantiti? Finchè dura. Troppo facile mescolare le carte a causa del dissolvimento del sistema italia. Critiche gratuite le mie? Certamente di parte, ma dimostrabili. Anche uno scemo capisce che le riforme di Renzi sono solo alchimistici pastrocchi. Ma è l'ambito locale, forse per la sua vicinanza, che permetterebbe meglio di capire la nullità del nuovismo. Prendo ad esempio, il più facile e conosciuto anche da me: il Sindaco Gnassi. Un condensato, un concentrato e nello stesso tempo l'espressione più vera delle mie sintetiche riflessioni. Uomo solo al comando. I risultati sono quelli romani, in senso lato e perfino giudiziario. Molte chiacchiere, reati ma risultati nessuno. I pochi sono a 19 euro. Abbiamo stravinto tutte le peggiori classifiche e statistiche nazionali ed europee. Questa è la mia versione dei fatti. Certo nasce in gran parte dalla esperienza politica ed amministrativa. La potete anche giudicare "astiosa", di uno che ha perso. Mi posso consolare vedendo i tanti che mi hanno battuto "sonoramente" già consegnati alla bruttissima storia riminese come figure sciagurate, non certo brillanti politici ed amministratori. 
sandro baschetti