domenica 13 marzo 2016

I Pignorati

Quanti sono gli italiani che hanno contratto un mutuo per la realizzazione della prima casa? Le rate sono state onorate fino a quando la spaventosa "crescita" annunciata dall'Istat del renzismo non li ha assaliti, licenziati o cassintegrati. Difficile fare quadrare pranzo e cena con il mantenimento dei figli, magari piccoli. Il mutuo è nelle mani della banca di fiducia che ha chiesto (almeno) l'ipoteca come garanzia. Se non hai la fortuna di qualche genitore o suocero che paga per te, la procedura ha inizio. Non voglio parlare dei soliti furbetti che volutamente non hanno onorato le rate per anni e pensano di riprendersi, attraverso prestanome, la loro casa all'asta, a prezzi incredibili rispetto al valore iniziale. Avete notato che per tacitare o nascondere gli effetti delle primarie piddine, la stampa renziana ha trovato subito uno scandalo forse maggiore? Il Carlino merita il Pulitzer in versione Sigismondo con il Gr/nassiGate. Improvvisamente arriva "Tassopoli". Il miscuglio dei protagonisti è sempre quello: pubblici dipendenti, qualche magistrato e..professionisti delle insostenibili tasse. Tempo qualche giorno, qualche somalo o foreign fighters sbarcati che progettano attentati, del Pd in formato Orfini non ne parlerà più nessuno, mentre il Bulletto prepara la resa dei conti nella Direzione popolata ormai dai Lotti e Serra. E' ritornato D'Alema. Arriva la richiesta di pignoramento sulla casa, cominciano le aste della "svendita". L’Italia è un Paese di proprietari di case, l’80% delle famiglie ne ha una, ed è anche un Paese di pignoramenti e aste giudiziarie. C'è gente del giro che si è procurata una fortuna con il perverso meccanismo. A gennaio 2016 erano 28.672 gli immobili residenziali all’asta in Italia, ma sono immobili di poco valore. Gli altri seguono strade diverse e quasi sempre l'istituto creditore svolge il ruolo del..banditore. Per non vedere la mole di incagli diventare delle perdite. Il Sistema Etruria non vale per tutti. A essere più colpito dall'aviaria immobiliare è naturalmente il centro-nord. Padroncini, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti sono ormai decimati. Prima della crisi del 2007-2008 potevano fare affidamento su mutui molto generosi, ben oltre il limite dell’80% del valore dell’immobile. Non c'entra niente con il fenomeno tipicamente riminese della concessione di esagerati crediti immobiliari ai "soliti" noti. E' una degenerazione della nostra cultura cittadina. Da brillanti e fantasiosi imprenditori, ideatori del turismo balneare di massa, ci siamo mutati nella facile e per troppo tempo lucrosa professione dei mattonari da due lire. Le aste deserte sono in media due, spesso tre. A ogni rinvio la casa perde tra il 15 e il 25% del valore. Alla fine il prezzo a cui sono vendute è in media di circa la metà di quello di partenza, spesso fissato anni prima, con prezzi molto più alti. Il procedimento è dettato dai tempi italiani. Ma non lo puoi accelerare favorendo sempre la parte più forte e colpevole (banche) come ha tentato di fare il Bulletto in discesa libera. Presto lo vedremo con la Pinotti in versione "Bel suol d'amore". Dal decreto ingiuntivo alla vendita e poi al decreto di trasferimento passano non meno di tre/quattro anni, spesso (molto) si arriva a sette, anche a dieci anni. Le reti di assistenza in Italia per chi viene sfrattato di fatto non esistono. A Rimini sono più attive quelle di chi le occupa. Il dramma sta diventando nazionale. L'intreccio è talmente stretto che forse mandare via Renzi sarebbe solo l'inizio di una rivoluzione. Una volta entrati nel vortice del pignoramento è impossibile uscirne. Subentrano le spese legali e quelle per la pubblicità degli annunci immobiliari. Poi ci sono le banche, che per non andare verso l’asta richiedono che il debitore si metta in regola in un’unica soluzione. Un giornale locale in un impeto, spero volontario, di verità, annunciava che in pochi mesi centinaia di cittadini avevano visto "pignorata" la loro abitazione. E' l'unico dato che l'Istat di Renzi riporta al rialzo senza trucchi.