martedì 8 marzo 2016

L'Apparato

Il sempre più anticipato "alzarsi" presto mi porta ad ascoltare, mentre scrivo e.. sbaglio, la radio. Mi piace, un antico vizio. Nel renzismo mediatico, ormai dannoso, ci sono alcune "punte" disgustose. Caterpillar è una trasmissione smodatamente di parte che inizia prestissimo, come si usa anche nella Corea del Nord. La parte più insopportabile è la facciata intrisa di perbenismo, sempre sconfinante nelle solidaristiche cooperative dell'accoglienza dei poveri ed immigrati. Ma la caratteristica originale è l'urlo orgasmico che ogni 3 minuti, obbligatoriamente, la conduttrice, priva ormai di tonsille, emette: " La Buona Italia". Tradotto nello sdraiato linguaggio radiotelevisivo significa: ma quanto è bravo e bello Renzi. Poi succede che la febbre elettorale del Pidi viene misurata con le narco-primarie e anche Repubblica, mescolata con le penne atlantiche de La Stampa deve ammettere che sono state un autentico flop, salvato dalla presenza dell'Apparato. Ecco la differenza tra il Pd e gli altri. Berlusconi nel suo periodo migliore terminato con un (solo) avviso di garanzia in pieno G20, era riuscito a coagulare il centro-destra. Una manovra altamente pericolosa che ha permesso però di conoscere l'esatta data di nascita della nipote di Mubarak e tante olgettine. Però alla fine ci è voluto lo "spread" di Draghi per farlo fuori definitivamente. Come buonuscita ha però ancora le sue televisioni intatte. Gli sono costate poco: Verdini e Alfano. Sono stati costretti per pudore a gonfiare le stime dei "garantiti" romani. Quelli che andranno a votare sicuramente per Gnassi a Rimini. Oltre al numero consistente del pubblico impiego, mai devoto come adesso, ci sono gli "aspiranti". Non parlo di quelli ai troni delle spade assessorili, tutto sommato sono pochi e poi Gnassi ha almeno tre poltrone del cuore già appaltate. Una poi. Parlo di quelli che per disperazione lavorativa più che convinzione politica, sono in attesa anche di montare un palchetto per una delle decine di piccole, grandi e maestose feste in programma, se vince e chiude il Ponte dei Ristoranti, ma apre l'Aquarena con i punti Conad. Ormai le rotonde sono finite e le ciclabili arrivate alle pompe della benzina. Rimarrebbero i lavori indispensabili e un Piano per Rimini meno vergognoso di quello che hanno fatto finta di approvare. Di tutte le promesse fatte non ne esiste una presente nello Strutturale ma solo nelle strategiche figurine di Ermeti. In Piazza a Rivabella, oltre allo "sconcertante" negozio presente, hanno montato alla presenza dell'albergatore, king maker di Rimini Venture, arrivato con la biga elettrica, un altro baldacchino che dovrebbe fungere da "raccoglitore" elettorale delle proposte o manifestazioni d'interesse. Le differenziate da una parte,