mercoledì 16 marzo 2016

Industriali

E' indubbio che la pur "decimata" confindustria locale sia una componente strategica della classe dirigente, non però "affondante" la Città. Occorre però per inoltrarsi in un simile ragionamento, tentare una curiale separazione del buono dal cattivo. Ho le mie certificate opinioni sui personaggi, sempre quelli, molti tramutati in figli, che eccetto rari, rarissimi esempi, hanno "estratto" dalla Città molto più del poco concesso. L'ultimo esempio è la squadra di calcio consegnata ad una discoteca che almeno ha permesso, prima della forzata chiusura, un campionato anche se un pò danzante. Ci sono due casi: Carim e Aeroporto sui quali (ufficialmente) sono state raccolte..le prove. Testimonianze però del fallimento gestionale della nostra confindustria, quasi tutta orientata sul mattone. Non raccontate che la presenza imprenditoriale sia stata di "sbriscio". Per risollevare la Fondazione e la Banca (molto) sottostante spero che la nomina di Maurizio Focchi sia confermata. Per me andava meglio come Sindaco. Anche in questo caso è solo questione di tempo. In luglio, massimo con la pioggia d'agosto, il Pd in processione penitenziale glielo chiederà. Spero, anche in questo caso, dica si. Cosa significa Signori Confindustriali raccontare di "generici" interessamenti di industrie pronte ad espandersi? Sono le manifestazioni d'interesse alla Lungomare? Credo conosciate la situazione delle aree artigianali, industriali e commerciali all'ingrosso e minuto. Non faccio davvero facile populismo contro la moneta corrente riminese sporca di laterizio, ma sarebbe il caso di essere più precisi dell'Istat di Renzi. Quali sono le aziende che, munite di un piano industriale, sono pronte ad investire a Rimini? La rivoluzione culturale più urgente sarebbe quella, se ci fosse uno strumento urbanistico più serio delle figurine, di trasferire le cubature inutilizzate e trasformarle in verde..pubblico. Non modello spiaggia.