martedì 12 marzo 2013

i Mattoni di Gnassi

Le uscite di Gnassi, sono rivolte alla sanatoria di se stesso, un condono politico come fosse un Bagnino di Rimini. Vuole interpretare spiderman contro i poteri forti, senza indicare in realtà quelli che oggi si possono ancora definire tali. Oserei affermare che in questo momento nella Città esiste solo un potere definibile tale: La Procura. Gli altri con caratteristiche e funzioni diverse sono crollati sotto i colpi della politica e della recessione. Della Curia, rappresentante della Chiesa non parliamo, stanno facendo tutto da soli e dovrei aggiungere benissimo nell'allontanare credenti ed osservanti da vicino. Sostituendoci per un attimo alle funzioni peculiari dell'unica forza credibile rimasta, vorremmo, dove vuole, anche al Bounty, chiedere al Sindaco se è in grado di fare i nomi, i cognomi li aggiungiamo noi, degli autori del Sacco di Rimini. Se la colpa è del Prg 95, ovviamente i primi, non unici colpevoli, si chiamano ex Sindaco Giuseppe Chicchi ed il compare di giunta assessore all'Urbanistica di allora Sergio Gambini. Se non ricordiamo male e la colonoscopia ci lascerà speranze, erano legati a filo doppio con il Giovane Consigliere Regionale Andrea Gnassi, prima Tutor, poi Maestri. Se poi il peggio è stato fatto con le varianti che hanno triplicato il previsto edificatorio, mirando i beneficiari, allora arriviamo al nostro Melucci, senza trascurare il Senatore Arlotti, uomo di Ravaioli. Nelle giunte passate era l'alter ego di Maurizio assieme alla potente famiglia Piva&Consorte. Il moralizzatore Vitali merita un capitolo benziano a parte, allora contava i nomadi. Un cerchio magico di mattoni, nel girotondo partecipavano più o meno (meglio meno) consapevoli i consiglieri piddini, con il gioco delle varianti si dava tre al posto di un comparto, spalmando a piacere le edificazioni, con una scelta che premiava mai a casaccio. Ora, non si muove una gru in tutta Rimini, gli unici cantieri aperti hanno tre visite giornaliere di controllo, centinaia di operai e tecnici sono a casa od in cassa integrazione e..il Signor Sindaco si veste con l'abito del Killer dei Comparti? Provi a chiedere al suo bravissimo avvocato di fiducia, quello che gli fa sparire i trenini confinanti, se è una cosa corretta? Ha a disposizione un Piano Strutturale, gli altri comuni ne stanno rivedendo la composizione, noi dobbiamo ancora completarlo. E' vero che è vergognoso nella sua modestia culturale, rimane l'unico strumento urbanistico legale. Le figurine appese al Teatro non hanno alcuna validità, come le Panini, ti permettono di finire l'album e fare contento Ermeti. Secondo la logica sindacale i Comparti, quelli che non sono stati variati, devono stare fermi nei cassetti. E' altrettanto vero che le banche dopo avere finanziato tutto il possibile a dieci persone, sono in un momento di...ripensamento. Per bloccare i comparti, il Sindaco, non parliamo del Trombato, deve adottare una Variante al Piano Strutturale, magari nell'Aula Consiliare. Procedura più facile a dirsi che farsi, in quanto verrebbe a galla che in quello strumento c'è tutto, tranne gli aspetti di carattere strutturale. Sul piano del Diritto i tanti che si vedrebbero negare le legittime aspettative aperte dal Prg, dopo il diniego delle Osservazioni, aprirebbero contenziosi. Per il Tar sembrerà una strada obbligata, in ogni caso: non ci fidiamo del Sindaco, ma del suo..avvocato.